
Dire che si naviga a vista è dire poco. Nel pronto soccorso San Bartolomeo di Sarzana la carenza di personale medico, infermieristico e socio sanitario è tale da far pensare a un miracolo arrivare in fondo alla giornata. A farlo è il personale che per garantire un servizio di pubblica utilità si sottopone a turni di lavoro consecutivi, massacranti, a scapito dei propri riposi. Alcuni esempi eclatanti arrivano dal personale medico dove c’è chi si fa tre turni diurni, uno dietro l’altro, di 12 ore. Sei i medici attualmente in servizio e sei quelli che dovrebbero coprire l’attività del pronto soccorso nelle 24 ore. E i riposi come vengono garantiti? Basta fare due conti per capire che il problema è di grosse dimensioni. Pe far fronte alla cronica carenza di personale l’ASl 5 ha chiamato anche un medico del servizio di Continuità assistenziale (ex guardia medica) peraltro ricompreso tra i sei. L’unico che a suo tempo aveva risposto positivamente alla richiesta di aiuto di Asl5.
Intanto in questi giorni l’azienda sanitaria ha inviato una nota chiedendo di verificare la disponibilità dei medci a fare ore per il pronto soccorso. Qualche risposta postiva inizia ad arrivare e al momento su 26 turni ne restano scoperti ancora otto. Alla annosa carenza di organico si aggiunge l’aumentato carico di lavoro per l’arrivo di tantissimi turisti. Quando si parla di accessi al pronto soccorso di Sarzana si fa riferimento a una quota che va dalle quaranta alle cinquanta persone al giorno. Un numero ragguardevole, paragonabile ai livelli del Sant’Andrea, anche questo un pronto soccorso da tempo in sofferenza e costretto, in certe occasioni, a chiudere e dirottare gli accessi sul San Bartolomeo. Insomma una situazione tutt’altro che rassicurante soprattutto quando si pensa alla delicatezza del lavoro. Al pronto soccorso si gestiscono emergenze dove più di ogni altro reparto il recupero fisco e mentale del personale è fondamentale. A tutto questo si aggiunge la ripresa dei casi Covid. E il San Bartolomeo è un ospedale Covid, dove in queste ultime settimane gli ingressi sono di nuovo in crescita. Altro fattore da tenere in considerazione è il numero del personale medico e infermieristico che di volta in volta rimane contagiato. Poi ci sono le ferie e anche queste vanno garantite specialmente se si pensa ai due anni e più di emergenza. La situazione non cambia quando si parla di personale infermieristico e socio sanitario ormai ridotto al lumicino e che spesso si ritrova a coprire i notturni a ranghi ridotti. E non è sempre detto che un medico abbia l’infermiere di supporto per le terapie...
Poi ci sono i trasporti, altra nota dolente. Trasferire un malato, a volte, diventa difficile. Altrettanto complicato trovare un posto letto con i reparti dimezzati e magari chiusi al pomeriggio. È il caso dell’Ortopedia che dalle 14 non è più operativa. Insomma al San Bartolomeo quando c’è bisogno di uno specialista ci si muove sulle reperibilità. Hai bisogno di un’analisi dal laboratorio? Si chiama il reperibile. E così per gli altri specialisti. Per il momento è ancora presente un anestesista rianimatore, ma il repato è chiuso. Apre solo in caso di emergenza. Gli anestesisti da qualche anno, fatta eccezione per il periodo del picco pandemico, sono stati trasferiti al Sant’Andrea per garantire l’attività del reparto.
Anna M. Zebra