
Roberto Vallarino
La Spezia, 3 aprile 2021 - "Sa qual è il il vero problema per un’azienda come la nostra, in fase di espansione nonostante il difficile quadro emergenziale? Non si trovano, fra i giovani, profili professionali adeguati alle necessità, tipo ingegneri strutturisti, architetti, disegnatori. Difficile crederlo, eppure la realtà è questa". Roberto Vallarino, socio fondatore, amministratore delegato e direttore tecnico di Itec Engineering, affermata società che fornisce servizi di ingegneria di alta qualità nei settori civile, ambientale e infrastrutturale con sedi a Sarzana e Genova, delinea un quadro abbastanza inconsueto, rivelatore di quanto ancora sia difficile calibrare l’offerta di lavoro giovanile con le reali necessità delle aziende, soprattutto quelle ad alto tasso di tecnologia e innovazione. Itec è una di queste. Nata nel giugno 2006, oggi la società è guidata da cinque soci, in cui lavorano nelle due diverse sedi (quella di Sarzana è sulla Variante Aurelia, ma si stanno cercando spazi per almeno altri mille metri) una trentina di persone con competenze in campo idraulico, strutturale stradale ed impiantistico.
Vallarino, di cosa si occupa esattamente Itec Engineering?
"E’ una società di ingegneria a 360 gradi, progetta viadotti, strade, opere idrauliche, recentemente ci siamo impegnati anche in strutture a mare, un settore per noi molto importante, realizzando fra l’altro la nuova darsena vicino alla Fiera del mare di Genova, mentre in zona abbiamo lavorato ad Ameglia sugli spazi produttivi del cantiere San Lorenzo. Qui abbiamo progettato un’opera di attraversamento che consente di passare da una zona arginale all’altra attraverso una paratoia concepita ad hoc. Fra gli ultimi lavori svolti come infrastrutture ci sono ponti a Matera e a Riva Trigoso. Oltre a lavori sul versante autostradale su viadotti, con verifiche di sicurezza per conto di Anas e Autostrade. Abbiamo vinto una gara anche per la messa in sicurezza del rio Canterana a Genova".
Quanto ha pesato l’emergenza covid?
"Guardi, abbiamo chiuso il 2020 ancora in espansione, con un indice Ros (l’indicatore finanziario che misura la redditività delle vendite, ndr) al 14,5 per cento, praticamente raddoppiando quello dell’anno precedente. Per il secondo anno siamo entrati nella classifica delle duecento maggiori società di ingegneria pubblicata dal Sole 24 ore. L’obiettivo è crescere ancora, e in questo contesto va inserito anche l’ingresso in Confindustria avvenuto all’inizio dell’anno, un altro passo importante nel percorso di sviluppo".
Quale è il segreto dell’espansione di un’azienda in un difficile quadro congiunturale come quello attuale?
"Per poter restare competitivi servono tempi di adattamento molto rapidi, anche se incontriamo non poche difficoltà a selezionare nuove risorse. Sul nostro sito sono indicate le professionalità di cui abbiamo bisogno ma non riusciamo a trovarle, nonostante abbiamo coinvolto anche le Università. Abbiamo bisogno soprattutto di profili tecnici, disegnatori, architetti, ingegneri. Offriamo loro concrete opportunità in azienda ma sul territorio finora non li abbiamo trovati. Le ultime due persone che abbiamo assunto vengono da Pisa e Livorno. Il più delle volte le offerte ricevute non collimano con le nostre esigenze".
Il Recovery plan potrà davvero rappresentare la svolta anche nel nostro territorio in chiave di investimenti?
"Ne sono sicuro, anche nella mia veste di coordinatore regionale ramo Confindustria di Oice, l’associazione delle organizzazioni di ingegneria, architettura e consulenza tecnico economica. La Liguria potrà contare su risorse cospicue, come quelle destinate alle opere di ribaltamento a mare. Anche la tragedia del Ponte Morandi, con con tutti i suoi drammi, ha portato nuove opportunità di crescita, la nostra azienda ha lavorato sulla struttura, prima della demolizione, svolgendo verifiche di sicurezza propedeutiche allo smontaggio del troncone Est".