
Dopo oltre due mesi di stop arriva il via libera all’outdoor nei boschi dell’entroterra di Genova e del savonese, dove, a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza peste suina, un’ampia parte del territorio era stata completamente interdetta per evitare la diffusione della malattia. La ripresa delle attività all’aria aperta è la principale novità del nuovo Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della Psa nei suini di allevamento e nei cinghiali, approvato ieri dalla giunta regionale. "La giornata di oggi segna l’uscita del Paese dalla fase emergenziale legata alla pandemia da Covid-19 – dichiara il presidente della Regione e assessore alla Sanità Giovanni Toti - e segna anche, con l’adozione di questo piano, la riapertura dei boschi del nostro entroterra a migliaia di escursionisti, realtà del mondo sportivo e del tempo libero che per mesi hanno dovuto sospendere le loro attività in alcune zone maggiormente interessate dalla diffusione di questo virus, purtroppo molto resistente e letale per i suini colpiti. Certamente chi frequenterà i nostri sentieri dovrà mantenere alta l’attenzione adottando una serie di comportamenti indispensabili ma in vista delle festività pasquali e della primavera credo sia un cambio di passo significativo".
Il nuovo piano regionale dispone una nuova zonizzazione in base alla nuova normativa europea che individua una ‘zona infetta’, suddivisa tra area di circolazione attiva virale e area ad alto rischio, un’area di sorveglianza e un’area indenne. Fra le strategie di contenimento ad ampio raggio individuate dal documento, è prevista la realizzazione di sbarramenti lungo le strade statali 35 ‘Giovi’ e 456 ‘Turchino’, e la creazione di una delimitazione a basso impatto della zona cuscinetto tra l’area di circolazione attiva del virus e l’area infetta. Continuano le misure sui suini domestici per concludere gli interventi di depopolamento, permane il divieto di movimentazione di partite di carni fresche e di sottoprodotti nella zona infetta. Rimangono interdette le aree al di fuori dei tracciati, e vietate le manifestazioni e i raduni campestri in zone non delimitate e recintate o prossime alle strade asfaltate. A oggi le carcasse di cinghiali infetti ritrovate sono state 32; 167 quelle analizzate.
"Restituire ai liguri la fruizione dell’entroterra ci permetterà di assaporare i nostri itinerari in una mobilità rispettosa dell’ambiente, ma maggiormente improntata alla responsabilità – spiega il vice presidente della Regione Liguria, Alessandro Piana –. Sono consentite nella zona infetta le operazioni selvicolturali e quelle all’aria aperta come escursionismo e mountain biking, attività equestre, arrampicata, torrentismo, parapendio e pesca in acque interne. Sono richiesti particolari protocolli come il cambio di calzature alla partenza e all’arrivo delle escursioni, la disinfezione di suole e gomme oltre al parcheggio degli automezzi esclusivamente in prossimità delle strade asfaltate, eccetto quelli necessari allo svolgimento di attività agropastorali".
"L’emergenza non è finita – avverte Angelo Ferrari, commissario straordinario per l’emergenza peste suina e direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Liguria Piemonte e Valle d’Aosta – il problema permane ma siamo sulla buona strada. Le cose da fare sono tante, ma quello che è importante è l’aiuto e il contributo dei cittadini in questa fase".