REDAZIONE LA SPEZIA

Peracchini tira dritto Lettera al ministro contro il regolamento del Capellini Sauro

La maggioranza consiliare rilancia sulla scelta di bocciare l’istituto. Ma il sottosegretario all’Istruzione riconosce l’autonomia scolastica. Presa di distanza da un’iniziativa analoga di consiglieri di FdI a Venezia.

Peracchini tira dritto Lettera al ministro contro il regolamento del Capellini Sauro

Deliberato e fatto. Dal voto a maggioranza della mozione presentata da Fabio Cenerini (gruppo misto) alle lettere a firma del sindaco Pierluigi Peracchini il passo è stato breve. Il clamore suscitato dall’affondo contro il regolamento sulle carriere alias adottato dall’istituto superiore Capellini- Sauro della Spezia non ha scalfito il primo cittadino nel procedere all’esecuzione tempestiva del mandato ricevuto per effetto dell’incipit politico di colui che - eletto in consiglio sotto le insegne della lista "La Spezia civica Peracchini sindaco" con 244 voti ma non approdato in giunta come auspicava - non perde occasione per criticare il capo dell’amministrazione spezzina.

La sollecitazione del consiglio a Peracchini era, ricordiamo, duplice. Primo: "Attivarsi immediatamente per contattate e segnalare l’accaduto al competente Ufficio Scolastico Regionale, perché siano intraprese azioni necessarie a ristabilire la legalità"; secondo: "Comunicare al Ministro dell’Istruzione Professor Giuseppe Valditara, l’iniziativa illegale dell’istituto scolastico".

Nessuna dichiarazione ulteriore da parte di Peracchini che già aveva palesato il pensiero su La Nazione. Solo una raccomandazione: "Invito tutti a non strumentalizzare questi temi che vanno affrontati con le competenze adeguate e non come tifosi di parte".

La maggioranza, dal suo canto, replica al documento con il quale i presidi spezzini avevano espresso solidarietà al collega Antonio Fini, difendendo il principio dell’autonomia scolastica e quindi la scelta, finalizzata al benessere dei ragazzi in transizione di genere, di dare vita a regole interne "tese a favorire - come è scritto nel regolamento - i rapporti interpersonali improntati alla correttezza ed al reciproco rispetto delle libertà e dell’inviolabilità della persona".

La risposta politica del centrodestra suona così: "A proposito della mozione ci teniamo a ricordare che non si tratta di un atto giuridico, ma politico, il cui esito della votazione esprime la volontà della maggioranza del Consiglio Comunale di rispettare quello che prevedono le norme.La scuola è un Ente e, come tale, deve rispettare le regole del Diritto Pubblico, senza delegittimare le istituzioni. Fissare un’identità, per legge, spetta alla Magistratura e non si possono adottare nuove iniziative senza che ci sia una norma che tuteli le persone che attraversano un percorso di cambiamento delicato e di transizione. Attualmente esiste un vuoto normativo, la cui soluzione deve partire dalle sedi competenti, proprio a salvaguardia dei nostri ragazzi e ragazze".

In attesa che Ufficio scolastico regionale e Ministro leggano le lettere inviate da Peracchini e prendano posizione, nel contesto delle valutazioni istituzionali si impongono, per peso specifico, quelle dell’onorevole Paola Frassinetti (Fratelli d’Italia) sottosegretaria all’Istruzione ed al Merito. E’ intervenuta nei giorni scorsi su una vicenda, quasi fotocopia a quella spezzina: l’affondo di due consiglieri comunali di Venezia militanti in Fratelli d’Italia - Anita Menegatto e Andrea Barbini - che avevano scritto alla dirigente del liceo Marco Polo della città lagunare per sollecitarla a revocare la decisione di riconoscere il diritto al cambio di nome negli atti della scuola a studenti nella prospettiva del cambiamento di sesso. Ebbene, la sottosegretaria ha preso le distanze dai consiglieri che militano nel suo stesso partito, diffondendo questa nota: "In relazione alle polemiche suscitate dalla lettera inviata alla scuola di Venezia per la carriera alias, mi preme specificare che è stata un’iniziativa di tipo personale, non concordata né con i dirigenti locali, tantomeno con quelli nazionali di FdI. Al di là delle legittime diverse opinioni su questioni così complicate e delicate, i partiti non devono intervenire sulle decisioni delle scuole". Insomma, la numero due del ministro fa scudo all’autonomia scolastica e inviti i partiti a non interferire. Cosa che, invece, è accaduta alla Spezia.

Corrado Ricci