GIULIA TONELLI
Cronaca

Esaudiscono il desiderio del paziente dializzato: "Vedere il mare del Golfo"

La Spezia, la storia di Enrico Maracci e dei suoi "angeli custodi" della Croce Rossa

Enrico Maracci con Luca Fantolini e Roberta Vitali (Frascatore)

La Spezia, 25 gennaio 2019 - Tre paia d’occhi che si incontrano davanti a uno spettacolo della natura: il mare del Golfo dei poeti, alla Spezia. Due sono quelli di Luca Fantolini e Roberta Vitali, dipendenti della Croce rossa locale, l’altro è quello del cinquantaseienne Enrico Maracci: paziente in dialisi che, a giugno di quest’anno, raggiungerà gli undici anni esatti dall’inizio della terapia. Nell’ultimo spaccato di vita, i suoi viaggi si sono limitati allo spostamento casa-ospedale, coperto insieme ai crocerossini. Il resto del tempo invece lo trascorre tra quattro mura domestiche, ‘spiando’ il mondo esterno da una finestra al terzo piano.

«Esce di casa solo per le visite e le cure che deve fare – racconta il dipendente della Croce rossa, Luca Fantolini –: non ha altre occasioni per uscire. Quando io e lui siamo insieme facciamo i ‘bischeri’, ci divertiamo. Nelle corsie dell’ospedale siamo come Pieraccioni e la sua spalla. È praticamente impossibile non volergli bene».

Anche se, ridendo, Fantolini – tra i tanti sketch di questa bella e sincera amicizia – racconta col sorriso sulle labbra dei lunghi e ricorrenti battibecchi a tema calcistico (Enrico è tifoso juventino, mentre lui ha come squadra preferita l’Inter). Pensando a tutte le meraviglie del mondo, inaccessibili a Enrico, i due dipendenti della Cri, impegnati nei trasporti ordinari sanitari, hanno avuto la geniale idea di creare un rituale tutto loro: portano Enrico sul lungomare, in passeggiata Morin, per dargli l’occasione di ‘perdersi’ nella bellezza del Golfo.

Tra barche colorate che dipingono il panorama e meravigliose albe. Il tutto sorseggiando insieme… un buon caffè! Un gesto che alcuni passanti hanno notato e, in seguito, segnalato al giornale per dare lustro a un atto di estrema cortesia. «Passiamo a prenderlo alle sette del mattino il martedì, il giovedì e il sabato – continuano nella storia i militi –. E un giorno, visto che per la dialisi dobbiamo attendere sempre all’incirca mezz'ora, abbiamo pensato di ritagliarci qualche minuto per bere un caffè al bar Piccolo faro: un rito che per la maggior parte delle persone viene dato per scontato… ».

Per i dipendenti della Croce rossa, dare il via a quest’abitudine è stato del tutto naturale: lo hanno già fatto in passato per un’altra anziana signora che amava il mare perché le ricordava le belle giornate trascorse insieme al marito defunto. Anche in questa circostanza, prendendo spunto dalle storie di vita, i militi trovarono il modo per strappare un sorriso a una persona. Come? Aprendole le ‘porte’ del mare. Il finale di questa storia? Le acque del borgo marinaro di San Terenzo riempirono gli occhi della donna un’ultima volta, donandole un po’ di pace prima della morte.

Sono gesti di grande umanità a dare una stretta al cuore ai fortunati spettatori di storie nascoste e non solo. Anche la mamma di Enrico Maracci, Rosa Simoncini, si apre in un sorriso parlando degli amici del figlio: Luca Fantolini e Roberta Vitali. È lei che, come se fosse rimasta unita ad Enrico con il cordone ombelicale, a raccontare come la sua vita e quella del figlio – costretto su una sedia a rotelle da ormai quattro anni – sia cambiata radicalmente. Se non ci fossero i volontari della Croce rossa ad accompagnare Enrico fuori casa sarebbe un problema: nella rampa di scale del palazzo in cui vivono non c’è spazio a sufficienza per installare una comoda seggiolina montascale. Ma la complicità tra ‘Stoppa’ (nomignolo affettuoso con il quale Enrico è solito chiamare Luca, ndr.), la collega Roberta ed Enrico le riempie il cuore. E la alleggerisce dal peso della vita.