
Nel mirino per l’abbandono dei rifiuti soprattutto l’inciviltà della gente
La Spezia, 26 ottobre 2017 – Si chiama Parco dei pesci, ma di pesci ce ne sono ben pochi. E quelli che sono ancora vivi cercano cibo, inesistente, tra la spazzatura non commestibile che galleggia sopra casa loro. Siamo a Bragarina, dentro a un parco pubblico frequentato da decine e decine d’anziani, nonni e genitori che, dopo aver recuperato i figli e i nipoti a scuola, li accompagnano nell’area giochi per farli svagare, divertire, all’aria aperta e in compagnia dei loro coetanei. La preoccupazione degli adulti va all’incolumità dei più piccoli. Il timore è che possano farsi male mentre giocano per molteplici ragioni.
Basta guardare il ‘ponte’ in legno i cui chiodi restano completamente scoperti per rendersene conto. O le scale pericolanti e le protezioni inesistenti vicino alla pertica di una struttura ricreativa. Per queste ragioni alcune mamme indicano al nostro giornale i punti più critici, domandandosi come mai non ci siano cartelli per far capire ai genitori per quali fasce d’età sono stati progettati e installati. «Non c’è bisogno di esprimersi per descrivere lo stato del parco – dice Silvia Antonioli, seduta in una panchina poco distante dall’area giochi –. Andrebbe curato di più, e io sarei disposta a prenderlo in gestione, se mi venisse affidato». In effetti, tra erba alta e spazzatura, lo spettacolo per gli occhi non è certo dei migliori. A farle eco è Marco Guidarini: «C’è tanta spazzatura – dice, guardandosi attorno –. Certo, c’è di mezzo anche l’educazione della gente, ma ci sono stati periodi migliori, in cui il parco era messo meglio e tirato a lucido». Anche la chiusura dell’unico bar del ‘Parco dei pesci’ pesa sullo stato d’animo dei frequentatori. Soprattutto a chi vorrebbe volentieri bersi un caffè, oppure comprare degli stuzzichini per i figli e i nipoti, permettendo loro di fare merende. Tra le carenze, anche quelle relative ai servizi igienici. «Se i gestori non ci sono, probabilmente anche i bagni non vengono puliti» commenta un altro passante. Poi c’è la ‘fontana’. O, quantomeno, ciò che ne è rimasto.
Tra acqua sporca e pesci maltenuti… lo spettacolo è servito! A parlarne, un’altra mamma presente sul posto: «Non ci sono barriere che salvaguardano i bambini – commenta, guardando l’acqua stagnante – e tempo fa so che un bimbo si è sporto e ci è caduto dentro».
Quindi, oltre alla salute degli animali – che scarseggia per colpa di una mancata manutenzione e pulizia della fontana – l’installazione è diventata anche ricettacolo di rumenta: sulle acque galleggiano buste di merendine e pezzi di polistirolo. Spazzatura forse gettata dentro da qualche incivile, forse trasportata dal vento. Qualche metro più in là si intravede un gazebo, ci avviciniamo. La struttura ospita alcune signore anziane, solite frequentare il parco e in particolare il gazebo. Anche in questo caso non mancano le richieste d’una parte di cittadinanza, gli anziani: «Ogni quartiere ha un centro dedicato, noi questo gazebo: non chiediamo un palazzo – ironizzano – ma almeno potrebbero chiuderci questa struttura». Soprattutto con l’arrivo dell’inverno, delle prime piogge e del freddo.