REDAZIONE LA SPEZIA

Palmaria, sos a Mattarella: "Stop al progetto"

Legambiente presenta un ricorso straordinario contro la realizzazione di uno stabilimento balneare nell’ex Cava Carlo Alberto

Neanche un mese fa era arrivato il via libera del Comune di Porto Venere alla realizzazione di uno stabilimento balneare e di un ristorante nell’area dell’ex cava Carlo Alberto alla Palmaria, poco lontano dalla parte per lunghi anni occupata dall’ecomostro noto come "lo scheletrone". Ma, nonostante il disco verde dell’amministrazione Cozzani al progetto della Palmaria Experience srl (riconducibile alla famiglia Paletti, proprietaria del Grand Hotel del borgo dal 2014) per gli ambientalisti, il progetto non deve diventare realtà. Il nuovo sgambetto a quello che dalla galassia ecologista viene considerato un cavallo di Troia del Masterplan, antipasto della trasformazione di questo gioiello naturale per gli appetiti di un turismo da big spender, arriva da un ricorso straordinario al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A presentarlo è Legambiente nazionale, rappresentata dall’avvocato Maria Francesca Lanznaster, legale del comitato Palmaria Sì Masterplan No, con il sostegno delle associazioni che da tempo si battono contro il piano di trasformazione dell’isola. L’oggetto è "l’annullamento eo la riforma, previa sospensione dell’esecuzione ovvero adozione di ogni misura idonea della deliberazione della giunta comunale del 22 dicembre 2021", riferita alla rinuncia all’esercizio del diritto di prelazione in area protetta da parte del Comune stesso e del parco all’acquisto del terreno, venduto da privati alla Palmaria Experience srl.

"La giunta comunale – si legge nel ricorso - ha rinunciato all’esercizio del diritto, decidendo così di sottrarre, definitivamente ed in modo irreversibile, una cospicua parte di territorio al perimetro del parco naturale regionale di Porto Venere e di rinunciare alla possibilità di acquisire una tra le aree di forse maggiore pregio ambientale e paesaggistico dell’intera isola Palmaria". Nel mirino c’è il progetto che prevede la realizzazione di tre piscine e ristorante al posto di un rudere ora presente nel lotto, con un intervento edilizio che comporterà, "oltre che il consumo di suolo libero in zona non insediata, l’alterazione irreversibile e definitiva di un’area di elevatissimo ed unico pregio ambientale e paesaggistico, introducendo un rilevante carico antropico sull’isola Palmaria" e viene denunciato il vizio di forma che potrebbe pregiudicare l’iter dell’intera operazione. "Il provvedimento impugnato, disponendo la rinuncia al diritto di prelazione in relazione ad un’acquisizione immobiliare, si pone in evidente violazione delle norme richiamate, in quanto la Giunta comunale ha adottato la delibera n. 2132021 in totale difetto di competenza, disponendo in merito ad una materia riservata per legge alla competenza del Consiglio comunale". Da qui la richiesta di annullamento, che potrebbe aprire nuovi scenari.

Chiara Tenca