Ombrelloni e sdraio nell’ex cava Carlo Alberto

Arriva il via libera dal Comune alla realizzazione di uno stabilimento balneare all’Isola Palmaria, ma con limitazioni al progetto

Migration

Via libera alla realizzazione di uno stabilimento balneare nell’ex cava Carlo Alberto, sul fronte nord dell’Isola Palmaria. L’ok da parte degli uffici comunali di Porto Venere è arrivato in questi giorni, al termine della conclusione – con esito positivo – della conferenza dei servizi. Un ok maturato sulla base dei pareri presentati dalle istituzioni interessati, e che rischia ancora una volta di rinfocolare le proteste di quanti, ambientalisti e non, in questi mesi si erano opposti al progetto presentato dalla società Palmaria Experience, che nel dettaglio porterà alla realizzazione di un’opera di riqualificazione dello storico sito di estrazione, con la creazione di uno stabilimento balneare che prevede l’abbattimento dell’antico rudere e la ricostruzione dei volumi per dare forma a un ristorante, con la realizzazione in parallelo di filare di cabine, di piscine sulla proprietà privata, e di una ’pedana’ sulla linea di costa demaniale. Un intervento che tuttavia dovrà tenere conto delle molteplici prescrizioni messe nero su bianco dagli enti. In primis quelle fissate dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Liguria, che pur sottolineando come gli interventi proposti "non incidono sulla percezione d’insieme e consentono il superamento di una condizione di abbandono e degrado senza eccessive artificializzazioni", ha tuttavia posto alcune limitazioni, come lo stop alla realizzazione di un impianto di illuminazione ‘segnapasso’, l’obbligo di realizzare i muretti di contenimento a secco "secondo le tecniche tradizionali e con le pietre di recupero della ex cava", sottolineando che "terminata la stagione balneare, tutte le strutture stagionali dovranno essere rimosse". Stop anche alle persiane alla genovese, con la Soprintendenza che si è riservata "una ulteriore verifica in fase esecutiva riguardo alla forma e alle dimensioni più consone della piscina e dell’area di solarium dello stabilimento balneare, che dovranno essere sottoposte a valutazioni".

Anche la commissione paesaggio ha stabilito ‘paletti’: le coperture delle strutture pergolate in legno dovranno avere "carattere stagionale e dovranno ricondursi ai colori delle terre", mentre la finitura delle strutture in legno dovrà essere in legno naturale. Rilievi non secondari anche quelli sotto il profilo idrogeologico: viene infatti specificato che "gli insediamenti e le opere edilizie aperte al pubblico previste in costruzione sono subordinate all’intervento preliminare di sistemazione della parete rocciosa e realizzazione di sottostante barriera paramassi di protezione passiva, supportata da idonei calcoli di verifica della stabilità dei fronti e di tenuta delle opere di protezione". Per ciò che concerne le piscine, invece, viene specificato che l’acqua di alimentazione non dovrà provenire "da riserve idriche naturali, ma esclusivamente da acquedotto pubblico".

Matteo Marcello