Nuovi tesori affiorano dal Tino Report sulla campagna di scavi

L’archeologa Aurora Cagnana illustrerà l’esito delle ricerche nella "perla" della Marina Militare. Così Diocesi e Pro Insula Tyro avviano i festeggiamenti in onore di San Vanerio, patrono del Golfo

Nuovi tesori affiorano dall’isola del Tino. E’ l’effetto degli ultimi scavi archeologici promossi dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città Metropolitana di Genova e la provincia della Spezia. Sulla rotta dei festeggiamenti di San Venerio saranno svelati – il 9 settembre nel salone di Teleliguria Sud – dall’archeologa Aurora Cagnana invitata a riferire dalla Diocesi e dalla Pro Insula Tyro l’associazione che negli CinquantaSessanta rilanciò il culto di San Venerio e – con l’impegno in prima linea della professoressa Eliana Vecchi, autrice di pubblicazioni e organizzatrice (come in questo caso) di convegni sulla storia dell’isola – compulsò e partecipò ai primi scavi. Risale allo scorso anno, tra la metà di agosto e la metà di settembre, l’ultima campagna finanziata dal Ministero della Cultura e organizzata dalla Soprintendenza sul Tino col supporto logistico della Marina e gli assist dell’associazione Amici dell’isola del Tino che, sulla scia del recupero dei primi reperti dai magazzini genovesi per l’esposizione in sito, ha riacceso i riflettori sulla perla del golfo, adoperandosi per la fruizione della stessa. Ma torniamo alla campagna di scavi. Ad essa ha preso parte una équipe di archeologi, laureati e specializzati (Silvia Landi, Alhena Lombardi, Enrico Roncallo, Matteo Vangeli, Cristina Otera, Diana Berni); hanno lavorato col coordinamento del dottor Luca Parodi, titolare della ditta Viarengo e Tiscornia, sotto la direzione scientifica della dottoressa Cagnana, funzionaria della Soprintendenza (l’architetto Nicola Gallo ha redatto il piano di sicurezza del cantiere). L’istruttoria col ministero dela Cultura per centrare l’obiettivo del finanziamento (50mila euro) era stata avviata dal soprintendente Vincenzo Tinè, dopo le visite sul Tino che lo avevano entusiasmato, prima dell’avvicendamento con Manuela Salvitti, che ha poi portato a compimento l’operazione. Il report, come detto, venerdì alle 17 nel Salone di Tls, da parte di Aurora Cagnana.

Specializzata in archeologia classica e storia dell’arte antica e titolare di un dottorato in archeologia medievale conseguito presso l’Università di Aix-en- Provence, la dottoressa Cagnana è funzionario archeologo da 23 anni, i primi tre (1999 – 2002) in servizio nella Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia. Dal 2003 in Liguria ha eseguito scavi e ricerche a Ventimiglia, Albenga, Genova, Luni, Porto Venere. Venerdì spiegherà quali sono state le domande scientifiche alla base delle indagini sul Tino e svelerà i risultati. Per ora un’anticipazione e una notizia: i reperti rinvenuti hanno confermato che l’insediamento sull’isola risale ai primi secoli dopo Cristo; grazie ad un ulteriore finanziamento ministeriale, le ricerche riprenderanno a breve. Per questo l’area di cantiere non sarà visitabile durante le celebrazioni – giorno clou della devozione popolare il 13 settembre – in onore del patrono del golfo e dei faristi: la tradizione racconta le premure dell’eremita-marinaio che, per orientare i naviganti nella notte, accendeva i fuochi sulla sommità dell’isola, proprio lì dove ora svetta il faro gestito da Marifari.

Il comando, sovraordinato, di Marina Nord sta definendo i dettagli per dare corso agli accessi sull’isola. Ciò nella prospettiva di trovare, in futuro, risorse e assist istituzionali per ottimizzare la logistica (al Tino mancano i bagni) e la sicurezza (qua e là ci sono dei dissesti) così da allargare la platea dei visitatori, ora contingentati in picccoli gruppi. Resta garantita la disponibilità del Cai e degli Amici dell’Isola del Tino per la cura della stessa, l’accompagnamento di studenti e associazioni, la promozione della conoscenza dei valori identitari, ambientali e spirituali della perla del golfo.

Corrado Ricci