Nuova strage di capre a Mattarana

Mattanza a opera dei lupi in un recinto accanto a un’abitazione. Il sindaco di Sesta Godano mette in guardia

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Hanno aggirato con facilità una recinzione alta tre metri, facendo strage di capre. Ennesimo blitz dei lupi in alta Val di Vara. L’episodio, nei giorni scorsi in una piccola località del Comune di Carrodano, dove un branco ha ucciso ben undici delle dodici capre accudite con cura da una volontaria in un recinto situato a poca distanza dall’abitazione. Ad accorgersi della mattanza è stata proprio la donna, che non ha potuto fare altro che avvisare le istituzioni, affidando poi ai social network la propria rabbia.

Un episodio che ha rinfocolato il dibattito sulla presenza del lupo nella parte alta della vallata: a intervenire, anche il sindaco di Sesta Godano, Marco Traversone, che rilancia l’allarme rimasto fino a oggi "sempre inascoltato". "La strage di capre a Mattarana e il dolore della sventurata allevatrice rinnovano l’evidenza. Un allarme negato da accesi appassionati che guardano con entusiasmo alla presenza dei lupi nel nostro territorio. Non si tratta di fare processi agli animali, che non hanno colpe, ma di prendere atto senza ambiguità o fraintendimenti che nelle aree dell’entroterra ligure i lupi costituiscono un problema – dice il sindaco –. Dai crinali hanno scacciato caprioli e cinghiali, che si sono insediati vicino ai paesi e alle terre coltivate, fino alle vie cittadine e ai parchi urbani, costringendo le autorità a intraprendere abbattimenti straordinari per arginarne la presenza. Ora scendono a valle loro stessi, in cerca di prede, e non distinguono tra fauna selvatica e greggi od anche animali domestici, costringendo gli abitanti a rifugiarsi in gabbie e recinti, a quanto pare mai sufficienti, o alla resa".

Il sindaco auspica "che le istituzioni competenti sapranno farsi portatrici di una mediazione equilibrata, che non preveda necessariamente la scomparsa dei lupi dal nostro entroterra, come peraltro erano già scomparsi da decenni lasciando ben pochi rimpianti, ma quantomeno un loro energico contenimento. Senza che un giorno si debba arrivare a considerare un’ovvietà sgradita: anche noi esseri umani siamo animali tra altri animali; anche noi, come loro, agiamo nel nostro interesse, per la nostra sicurezza, per la nostra sopravvivenza e le vittime, siano caprette, cinghiali o lupi, si inseriscono allo stesso modo nel meraviglioso equilibrio della natura". Matteo Marcello