Non un malore, ma un tragico incidente

Il frigorista della Lsct Alessandro Bassi forse tradito dalla scarsa visibilità dovuta al buio, alla pioggia e anche ad una nebbiolina

di Massimo Benedetti

Mentre non solo la comunità del porto, ma tutta la città, è rimasta sgomenta ed incredula per la tremenda morte di Alessandro Bassi, il portuale di 60 anni della Lsct precipitato con l’auto di servizio in mare ad una profondità di dieci metri, è sempre più probabile che a provocare il tragico incidente non sia stato un malore. Lo testimonia il freno a mano tirato della Citroen, come rivelato ieri in esclusiva da ’La Nazione’, segnale di un estremo tentativo di cercare di fermare l’auto, quando ormai però era troppo tardi. E sarebbe stato davvero una caso più unico che raro se al povero frigorista fosse venuto un malore fatale alla guida proprio mentre si trovava nei pressi della banchina. La certezza si avrà solo dopo che verrà effettuata l’autopsia, in programma domani, ma dai segnali che arrivano e dalle indagini condotte dalla squadra di polizia giudiziaria della capitaneria di porto, sembra che l’ipotesi più probabile sia quella di una tragica fatalità. Purtroppo favorita dal buio e dalla pioggia che alle 7 di giovedì scorso, complice anche una nebbiolina, avrebbe ridotto la visibilità.

Toccherà poi a chi di dovere stabilire se anche l’illuminazione, in quella zona del terminal, fosse adeguata oppure no con un po’ di nebbia. Bassi, con le concause a cui abbiamo accennato prima, sarebbe stato vittima di un malaugurato errore di valutazione. La calata Artom è una banchina operativa dello Spezia container terminal, si trova tra il molo Fornelli e il molo Garibaldi e nella sua estremità di destra ha una sorta di ’dente’ sporgente verso il mare che allunga la terraferma. Probabilmente, con la visibilità ridotta, Alessandro Bassi credeva di avere già raggiunto quel ’dente’, mentre invece si trovava nel tratto immediatamente prima. Ci sarebbe stato un camion fermo che aveva finito di scaricare, parallelo alla banchina, che sarebbe stato superato dalla Citroen condotta da Bassi. Anche questo può aver contribuito a confondere il guidatore che si è allargato ulteriormente verso la banchina. E una volta accortosi di essere davanti al baratro, avrebbe quindi azionato il freno a mano in un estremo tentativo.

Emerge anche un altro, agghiacciante, particolare. La vettura, una volta finita in mare di muso, ha impiegato appena 30 secondi a riempirsi d’acqua. Un tempo che, per fortuna, è stato sufficiente a Davide Rossi ad aprire la portiera rimasta ancora un po’ sollevata, uscire dall’abitacolo e salvarsi.