Nell’ex bunker della guerra fredda i reperti dei radioamatori spezzini

Dall’associazione Montefinale i pezzi per dar forma all’allestimento museale

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Connesso al Parco della Mura, in un bunker posto sulla sommità del colle di Cappuccini, prenderà forma un nuovo sito museale. Sarà dedicato alla rivisitazione di uno spaccato ’occulto’ della storia spezzina, quello dell’epoca della guerra fredda. L’idea è quella di un’esposizione che racconti la storia delle comunicazioni-radio dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta, storia ancorata a quel luogo, dove esisteva il presidio-sentinella sull’etere della Marina militare. La prospettiva si è aperta con la disponibilità dell’associazione dei radioamatori spezzini a mettere in pista i reperti della sua raccolta. "Siamo in grado di dare gambe all’idea mettendo a disposizione reperti e professionalità" conferma il presidente Roberto Mascolo (nella foto) ha prospettato mesi addietro la disponibilità al sindaco Pierluigi Peracchini e all’assessore ai lavori pubblici Luca Piaggi che, più direttamente, coltiva il progetto della sala espositiva - tutta da attrezzare - all’interno del più ampio proposito di valorizzazione delle fortificazioni della città come elementi identitari e di appeal turistico connesso al Museo navale. "Contattati, ne abbiamo parlato a suo tempo prima con Silvano Benedetti, coautore insieme a Stefano Danese del libro La Spezia nella guerra fredda; poi abbiamo ribadito la disponilità all’amministrazione".L’offerta della comunità spezzina dei radioamatori fa perno sui tesori raccolti nel suo cuore pulsante: il Museo della radio e delle telecomunicazioni allestito in via Fontevivo, una perla - seppur di nicchia - dell’offerta museale spezzina, intolato a Gino Montefinale,circostanza dell’intitolazione dell’associazione a Gino Montefinale, originario diPorto Venere, ammiraglio della Regia Marina, stretto collaboratore di Guglielmo Marconi.