
Il pubblico ministero Luca Monteverde ha chiesto 23 anni di condanna per Marzia Corini, davanti alla corte d’Assise presieduta da Gianfranco Petralia con giudice a latere Fabrizio Garofalo e i sei giudici popolari. L’accusa è di omicidio volontario del fratello Marco, noto avvocato penalista del foro spezzino deceduto più di cinque anni fa, il 25 settembre 2015. Marzia Corini, stimato medico anestesista che ha lavorato in rianimazione al policlinico di Cisanello a Pisa e poi in giro per il mondo con ‘Medici senza frontiere’, è accusata anche di due falsi in testamento: quello da lei redatto il 18 settembre 2015 e quello corretto il 29 settembre dopo la morte del fratello. Per il reato di omicidio volontario, il pm ha contestato le aggravanti dell’utilizzo di sostanze nei confronti di una persona indifesa, riconoscendo le attenuanti generiche per il particolare momento in cui si trovava Marzia.
Per i due falsi in testamento e anche per la circonvenzione di incapace (reato per il quale non è punibile Marzia in mancanza della querela della madre), il pm Monteverde ha chiesto quattro anni e otto mesi di condanna per l’avvocato Giuliana Feliciani. Chiesta invece per lei l’assoluzione dall’accusa di sottrazione e distruzione di testamento, quello mai trovato, ma secondo l’accusa redatto da Corini nell’estate 2015.
La lunga e articolata requisitoria del pubblico ministero Luca Monteverde si è conclusa alle 18 di ieri, al termine di un’udienza che era iniziata al mattino. Era iniziata l’8 febbraio e poi proseguita il 15.
Durante l’udienza di ieri, Monteverde si è soffermato a lungo sul testamento del 18 settembre, quello firmato da Marco Corini mentre si trovava, secondo l’accusa, in uno stato di ’deficienza psichica’. Il pm ha parlato anche della ’fantasia salvifica’ di Marco, che vedeva nella sorella colei che in quel momento avrebbe potuto salvarlo. L’avvocato aveva capacità di intendere e di volere, ma in certi momenti era molto fragile. Uscito dall’ospedale di Livorno, l’avvocato Corini aveva una situazione respiratoria difficile e quando arrivava poco ossigeno al cervello, la lucidità diminuiva. Si è parlato di ’stress esistenziale’, quando un paziente si chiude in un assoluto isolamento fisico e mentale, mentre il palliativista ha detto che Marco non era in quella situazione. Diverso è il caso dello ’stress affettivo’, che rende la persona condizionabile
nei beni secondari, che a lui non interessano più, come ad esempio il patrimonio, perché è concentrato solo sulla vita.
"Qualcuno lo ha spinto a firmare il testamento – ha detto Monteverde – sono state Marzia e Feliciani. Il pm ha parlato anche di induzione a compiere il cambiamento del testamento. "Marco inseriva coloro che lo andavano a trovare, è il caso di Susanna Cacciatori che finisce negli scritti del 23 settembre. E’ per questo che negli ultimi tempi Marzia e Feliciani non lasciavano avvicinare nessuno".
Il pm ha ricordato anche il messaggio scritto il 17 settembre da Marco a Giovanna Daniele: "Qua è un sabba", quando l’avvocato avvertiva che c’erano delle pressioni nei suoi confronti. Monteverde ha detto poi che il testamento del 18 settembre è stato modificato il 29 per prevenire eventuali contestazioni in base agli scritti di Marco del 23, che erano stati fotocopiati dalla Barrack e avrebbe potuto farlo anche la Cacciatori. E nell’attività falsificatoria del 29 c’è anche il depennamento dell’Unicef e di Giovanna Daniele. E’ rimasta invece la donna di servizio, che in base alla volontà di Marco avrebbe ricevuto 30mila euro, perché secondo l’accusa Marzia e Feliciani avevano ’timore’ di lei. Anche per questo il testamento il 29 è stato modificato a Molicciara e non in casa ad Ameglia. "La Barrack non ha partecipato – ha detto Monteverde – ma lo sapeva. L’obiettivo di tutte e tre era ’blindare’ il testamento del 18 settembre".
Lunedì prossimo 1° marzo inizieranno a parlare le difese, il primo sarà l’avvocato Luigi Alibrandi per Giuliana Feliciani.
Massimo Benedetti