
"Momento di aggregazione sociale E’ gioia, festa e sana competizione"
di Marco Magi
Parla di Palio come ne parlano tutti, in città. Dandolo per scontato, come si fa, a torto o a ragione, con l’ordito che intreccia la trama. Come si fa con i grandi e piccoli eventi che raccontano il tessuto cromosomico di una comunità, la sua identità, i suoi vizi e le sue virtù. Spezia è il Palio e il Palio è Spezia. È così per chi la sfida remiera la vive sulla pelle, sudandola nella più calda domenica di agosto. È così per chi si raccoglie sulla Morin, imbracciando i colori della borgata del cuore e incitando, a pieni polmoni, gli atleti che vogano in acqua. È così per chi lavora, giorno dopo giorno, a costruire la magia che si consuma nella notte della sfilata. Ed è così anche per chi il Palio magari lo osserva solo da lontano, ma sa che è là, inscalfibile, da 98 anni specchio della spezzinità più vera. Anche Marco Casarino, segretario generale della Camera di commercio – ente che figura tra i principali sostenitori della nostra iniziativa – è figlio della stessa cultura da cui il Palio proviene. E dentro quella cultura è nato, è cresciuto e ha scelto la propria strada.
Partiamo da qui: c’è una borgata per cui tifa e perché?
"San Terenzo, senza dubbio – esordisce Casarino – Rimane ‘er mi paese’. Ci sono arrivato a 5 anni e vi ho risieduto fino ai 30. È il luogo dove sono cresciuto e mi sono formato".
Ha mai praticato canottaggio o partecipato a questa disfida, anche a livello giovanile?
"No, mai. I remi per me erano solo quelli del gozzo di famiglia. Ci andavamo fino alla Baia Blu ed al Forte di Santa Teresa".
Qual è il valore sociale del Palio del Golfo?
"Importante, senza dubbio. Le borgate rappresentano un momento di aggregazione sociale identitario. In un periodo nel quale le aggregazioni sociali stentano, rendendo più povera la nostra collettività, il Palio va in controtendenza. È gioia, è festa, è sana competizione. A mantenerla sana contribuisce non poco l’organizzazione delle Borgate e del momento sportivo".
E quale il suo valore culturale per la città?
"Spezia comincia ad essere orgogliosa delle sue tradizioni e della sua storia. La stessa Serie A ha trasformato il sentimento collettivo da brutto anatroccolo della Liguria a protagonista al pari delle altre città. Di recente è stato ricordato Ubaldo Mazzini. Insomma, abbiamo una cultura spezzina. Marinara, anche. Ed il Palio è il Pride Spezia".
Il Palio non è solo... in acqua. E la sfilata?
"È la competizione tra le borgate... a terra. Si sfidano inventiva e capacità di coinvolgere borghi, quartieri e socialità. È la sola interruzione del traffico che non genera mugugno".
In generale cosa la ha sempre affascinato di più di questa storica manifestazione?
"Devo a mia figlia la scoperta del Palio. Quindi una scoperta tardiva. Il fascino? È dato dalle persone che gareggiano in terra ed in mare. Il loro entusiasmo, la loro rivalità, è tutto molto contagioso".
Infine qualche parola sull’iniziativa de La Nazione...
"Da sempre La Nazione ha seguito e scritto di Palio e pre Palio. Non è stata una sorpresa, quindi, apprendere dell’iniziativa editoriale del giornale. L’attenzione riservata al Palio è sempre stata viva, descrivendolo in tutti i suoi aspetti, e contribuendo non poco a renderlo sempre attraente ed interessante. Quando La Nazione ha chiesto una partecipazione all’ente camerale – conclude Casarino – non ho fatto difficoltà ad avere il consenso da parte del presidente Lupi e della giunta".