Mercato, la piazza ora ruggisce Raccolte oltre cento firme "Toglieteci la tassa sul suolo"

’Dalla Boqueria alla porcheria’: uno striscione appeso a ridosso dei cantieri polemizza sui lavori "Interventi mal fatti e tempi biblici". L’opposizione raccoglie il lamento: "Al vostro fianco".

Mercato, la piazza ora ruggisce  Raccolte oltre cento firme  "Toglieteci la tassa sul suolo"

Mercato, la piazza ora ruggisce Raccolte oltre cento firme "Toglieteci la tassa sul suolo"

di Vimal Carlo Gabbiani

Dovrebbe essere di un color grigio perla e con una superficie liscia come quella di un biliardo. Invece risulta di una tonalità piombo, con venature e screpolature in certi punti già profonde. Nel trascinare il banchetto con sopra il microfono e le casse che serviranno come megafono dell’assemblea pubblica degli ambulanti, la pavimentazione di piazza Cavour si segna. Le sottili gambe metalliche del tavolo graffiano i lastroni in maniera inaspettata, e disegnano delle righe come la mina di una matita fa sopra un foglio di carta. "I lavori sono stati fatti nel peggior modo possibile – sottolinea Gabriele Briganti, titolare di un banco di ortaggi –, il pavimento è in condizioni più cattive di come era in origine". La fragilità dell’impiantito sarebbe dovuta a un errore relativo alla temperatura del cemento quando è stata fatta la gettata e a un mancato trattamento con la polvere di quarzo. "Approssimazione e dabbennagine, così è stata condotta quella che doveva essere una riqualificazione e che invece si è trasformata solo in una fonte di disagi".

È l’una passata ma tra i banchi ci sono ancora diversi clienti intenti a scegliere frutta e verdura per rifornire la tavola in vista del pranzo imminente. Incuriositi dai toni piuttosto concitati di questa adunata pubblica dei commercianti da cui sono soliti servirsi tutti i giorni, alcuni si avvicinano. "Hanno perfettamente ragione – dice la signora Rosella –, il cantiere ha sottratto parte dei già limitati parcheggi, a volte si è costretti a girare in auto per più di mezz’ora alla disperata ricerca di un posteggio". Sulle transenne metalliche che delimitano il quadrante attualmente interessato dai lavori è stato appeso un gigantesco striscione con la scritta “Ci avevate promesso la Boqueria ma ora ci consegnate una porcheria“. Il riferimento è al più famoso mercato di Barcellona, dove fare la spesa è una vera esperienza, e che fu indicato a suo tempo dall’attuale amministrazione comunale come modello di riferimento per la trasformazione della piazza. "Il sindaco Peracchini – tuona dal microfono Alessandro Valli, banco di salumi e formaggi – ha fatto una passerella prima delle elezioni, poi è sparito. Avevamo creduto in una svolta, invece non è cambiato nulla. Solo promesse, come al solito". A introdurre e presentare i vari ambulanti che prendono la parola c’è lo Squalo, quel Bryan Herdocia tifosissimo bianconero e storico operatore della piazza. Sventola un plico di fogli contenenti le firme di un centinaio di commercianti (in totale sono 130) e promette battaglia. "Per il Comune non siamo nulla. Non siamo un’associazione di categoria, non siamo un ente, non siamo nessuno. E come tali, non abbiamo diritti".

La raccolta di firme, che sarà presto fatta recapitare sulla scrivania del sindaco, contiene una richiesta ben precisa: la sospensione della tassa sul suolo pubblico. "La chiediamo come compensazione dei disagi procurati dal cantiere, che senza dubbio ci ha causato un danno in termini di mancato afflusso di clientela". In base alla dimensione del banco si tratta di una cifra che oscilla dai 1.800 ai 2.400 euro all’anno. In tempi difficili, segnati da una difficoltà generale di tutto il piccolo commercio, si chiede alla giunta Peracchini un segnale di vicinanza. Perché, viene più volte domandato, l’amministrazione preferisce favorire i supermercati e la grande distrubuzione? Così si va verso una standardizzazione e un appiattimento dell’offerta e contemporaneamente si uccide l’identità di un luogo. A sentire il ruggito della piazza ci sono i consiglieri comunali di tutti i gruppi di opposizione. Ascoltano in silenzio, prendono appunti e infine si impegnano a portare le istanze nelle sedi istutuzionali attraverso mozioni e interpellanze. Gli operatori sono un po’ diffidenti verso la politica, in diversi hanno la sensazione che sia la maggioranza sia l’opposizione strumentalizzino i loro problemi. Noi chiediamo solo, dicono arrabbiati e con un velo di tristezza, di poter lavorare sereneamente.