Memoria umana nei fascicoli da digitalizzare

Disco verde dello Stato Maggiore alla fruizione dell’archivio storico dell’Arsenale col limite degli accessi fino alle ’schede’ prima del 1952

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Tra i paletti delle norme sulla privacy e la ricerca di finanziamenti per la digitalizzazione, un altro progetto di valorizzazione della storia dell’Arsenale - oltre a quello dei suoi reperti industriali, di cui scriviamo al fianco - va avanti. L’oggetto è l’archivio storico che conserva quel che resta (dopo i bombardamenti del 1944) dei fascicoli personali dei dipendenti civili dello stabilimento, dalla sua costruzione in avanti: un giacimento culturale col quale è possibile ritessere il filo della memoria con gli uomini e le donne che hanno concorso alla nascita e alla crescita della ’fabbrica delle navi’ e, di rimpallo, della città.

La svolta è costituita dal recente disco verde dello Stato Maggiore della Marina Militare alla digitalizzazione degli atti nella prospettiva della valorizzazione del tesoro documentale secondo il progetto elaborato dal comando di Marina Nord a seguito del riordino dell’archivio per il quale si è adoperata, fra il 2020 e 2021, l’archeologa-archivista e storica Susanna Ognibene, titolare della società di servizi culturali Omniarem Srl.

Avviata da tempo un’interlocuzione promettente: quella con la Fondazione Carispezia che ha dimostrato la disponibilità a sostenere l’operazione dal punto di vista finanziario.

Un’occasione unica per ricostruire storie di famiglie e della città e ancorare ad esse eventi dedicati: mostre, pubblicazioni, ricostruzioni teatrali.

"L’Archivio del personale civile dell’Arsenale Militare Marittimo della Spezia custodisce un patrimonio di atti di straordinario valore, un unicum in ambito archivistico. Si tratta di documenti di tipo amministrativo e tecnico, testimonianza e memoria della storia della città e del suo sviluppo legato alla costruzione dell’Arsenale Militare. Una storia che riflette anche quella della nascita della nostra Nazione. Nell’Arsenale della Spezia, inaugurato nel 1869, sono giunti nel corso dei decenni operai, tecnici, specialisti, provenienti da tutte le regioni d’Italia, andando a comporre un variopinto caleidoscopio di professioni e cittadinanze, ancora tutto da indagare e scoprire", aveva spiegato Susanna Ognibene al momento dell’avvio del processo sperimentale di fruizione degli atti passato anche per l’approntamento di una pagina Facebook. In corso d’opera si erano, però, palesati i nodi posti dalla legge sulla privacy che impedisce la fruizione a terzi dei dati personali degli archivi. La quadra è stata trovata dallo Stato Maggiore indicando in 70 anni il termine di "protezione" degli atti. Destinati ad essere fruibili sono i fascicoli dagli anni Cinquanta a ritroso e, nel progress degli anni, quelli del periodo successivo.

"Quella della digitalizzazione dell’archivio dell’Arsenale è un’importante iniziativa che riguarda il patrimonio storico della nostra città" rilancia il presidente della Fondazione Carispezia Andrea Corradino confermando l’intesa maturata con Marina Nord, avviata all’epoca in cui era comandante Giorgio Lazio, consolidata dal successore Pierpaolo Ribuffo e approdata nei giorni scorsi al vaglio positivo dello Stato Maggiore.

"La Spezia nella sua struttura moderna è nata attorno all’Arsenale della Regia Marina; ricostruire il profilo di chi ha lavorato nello stabilimento significa non solo raccontare la storia di un luogo di lavoro ma raccontare la storia di una comunità intera, del suo interagire ed essere parte propulsiva della più grande storia del Paese; è naturale - spiega Corradino - che la Fondazione sostenga un progetto che riguarda tutti noi, i nostri avi, consapevole dell’importanza della memoria per costruire il futuro. In questo caso un futuro fatto di cultura, accessibilità agli atti e loro fruizione creativa. Penso ad esempio ad una mostra multimediale quanto il progetto andrà a regime. Costituirà un tassello importante nel mosaico delle iniziative auspicabili per consolidare il legame fra le istituzioni cittadine e la Marina Militare".

Corrado Ricci