Maresciallo inguaiato dal jogging. A correre in orario di lavoro

Scatta il rinvio a giudizio per 319 euro. Lui: "Nessun reato"

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

La Spezia, 13 aprile 2018 - Importo contenuto ma contestazione pesante, soprattutto per un uomo dal foglio matricolare specchiato, tra note di eccellenza ed economi. L’accusa è quella di truffa militare. Dovrà risponderne in giudizio un maresciallo della Marina Militare di base alla Spezia perseguito per le ore di assenza dal lavoro che si sono risolte, secondo l’imputazione, nell’indebita percezione degli emolumenti, per poco più di 300 euro.

Il rinvio a giudizio è stato disposto dal gup presso il Tribunale militare di Verona Antonio Bonfiglia, su richiesta del pm Luca Sergio. Lo scenario agli atti è quello di alcune assenze del militare dall’ufficio durante l’orario di lavoro. E ciò per andare a correre, nell’ambito stesso del comprensorio militare, alla luce del sole. Se ne sono accorti di carabinieri che lo hanno marcato stretto. Hanno scoperto, così, che le uscite e i rientri in ufficio durante l’orario di lavoro avvenivano senza la regolare timbratura del cartellino. Lo hanno filmato nelle ’fughe’ e durante gli esercizi ginnici al campo Montagna, situato a poca distanza dal luogo di lavoro, un ufficio in un palazzo attiguo al comando di Marina Nord.

«Capitava spesso che la macchinetta non funzionasse al passaggio del badge» si era giustificato il militare preso a verbale dai carabinieri per la Marina.  «E poi – aveva aggiunto – andavo solo a fare quello che i disciplinari della forza armata impongono ai militari: tenersi in forma. Lo sapeva anche il mio superiore. In caso di urgenze ero pronto a rientrare; avevo sempre con me il telefono cellulare..».

La difesa, però, in questo stato del procedimento, non ha fatto centro. Ci vorrà un processo che sciogliere il nodo, che poggia sulla relazione dei carabinieri, preso in carico dalla Procura militare di Verona, ufficio giudiziario deputato ad esercitare l’azione penale per i reati militari commessi alla Spezia (dopo la chiusura, dieci anni fa, del presidio giudiziario spezzino).

I fatti contestati abbracciano un ampio orizzonte temporale, dall’ottobre al maggio del 2016. Quantificato al centesimo l’ammontare del danno inferto allo Stato. L’imputato ha affidato all’avvocato Andrea Buondonno il mandato di difenderlo davanti alla giustizia militare. «Ci sono importanti elementi di fatto da evidenziare per dimostrare in giudizio che il mio assistito non ha commesso reati» dice il legale. «Non si tratta di un furbetto del cartellino. La sua carriera specchiata, fatta di lunghi periodi di imbarco e privazioni, già depone per il riconoscimento di un militare ligio al dovere». Il processo, disposto ieri dal gup Bonafiglia, si incardinerà il 7 giugno prossimo a Verona.