CORRADO RICCI
Cronaca

Macchina anti-cancro, gara truccata: indagati due dipendenti Asl

La maxi inchiesta dei pm di Milano. Arresti e sequestri in varie città

In corsia (foto d'archivio)

La Spezia, 13 novembre 2015 - Costato un milione e 800mila euro, ancora da inaugurare, è già nell’occhio di un ciclone giudiziario sulla via del costruendo nuovo ospedale del Felettino, di cui è destinato a costituire il primo atteso tassello della più qualificata sanitaria. Anche la gestione dell’appalto per per l’acquisto da parte dell’Asl spezzina del nuovo fiammante acceleratore lineare per la cura dei tumori è finita nel mirino della Procura della Repubblica di Milano che ipotizza, su scala nazionale, un vero e proprio sistema di gare truccate per le forniture degli apparecchi supertecnologici in vari ospedali, dalla Lombardia all’ Emilia Romagna alla Toscana fino alla Puglia, passando per la Liguria, e quindi per la Spezia. Un giro di soldi che supera i 30 milioni di euro.

Intercettazioni telefoniche, documenti, soffiate costituiscono l’humus investigativo che ha portato all’esecuzione - ad opera della Guardia di Finanza, su ordine del gip Giuseppe Gennari a seguito delle richieste del procuratore aggiunto Giulia Perotti e del sostituto Giovanni Polizzi – i quattro ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari di quattro manager e responsabili italiani di una società svedese, la Elekta, leader nella fornitura di apparecchiature mediche. Si tratta di Fabrizio Mannelli, procuratore della società; Davide Sebastiano Casolino, direttore delle vendite; Francesco Cerillo, manager di area della società e Angela Pallotti, anche lei procuratore dell’azienda.

La Elekta è la società che, tra le numerose Asl italiane, ha fornito di accelatore lineare anche quella spezzina. Cioè all’esito della gara gestita dall’Asr Liguria-Agenzia centrale d’acquisto, con sede a Genova, emanazione diretta della Regione Liguria. Solo questa società - che già aveva venduto anni fa il precedente accelatore lineare ormai desueto - ha depositato la busta con l’offerta per vincere il nuovo appalto da un milione e 800mila euro aggiudicato col criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

Nessun concorrente di mezzo. E gli inquirenti, evidentemente, rilevano la circostanza come sospetta, al punto da aver inviato un avviso di garanzia anche ai due sanitari membri della commissione aggiudicatrice dell’appalto. Si tratta si Franca Foppiani, responsabile della struttura complessa Fisica Sanitaria e Tindaro Scolaro, direttore medico della Struttura complessa di Radiotateapia, Radioterapia esterna e Brachiterpia. Sono accusati di turbata libertà degli incanti in relazione, appunto, all’acceleratore, il cui montaggio è in fase di ultimazione nel ’bunker’ attualmente costruito al Felettino.

Un’opera resa possibile anche da una bella donazione privata: 500mila euro. Nel capo di imputazione contestato agli arrestati (chiamati a difendersi dai rilievi afferenti numerosi altri appalti) si parla anche della manovre poste in essere in relazione all’appalto spezzino, indicando anche, sommariamente, le circostanze che chiamano in causa Foppiano e Scolari.

Si parla di «collusioni e mezzi fraudolenti consistiti in contatti e riunioni illegittime, avvenute sia prima che dopo la presentazione dell’offerta e al di fuori delle modalità formalizzate previste dal codice degli appalti e dal disciplinare di gara, volte ad organizzare e realizzare una dimostrazione dell’apparecchiature oggetto della fornitura finalizzata ad una preventiva valutazione dell’offerta tecnica e nel concertare i dettagli dell’offerta stessa». Tutto ciò con la contestazione di una aggravante; essere Foppiano e Scolaro persone preposte all’incanto.