L’Rsa Mazzini all’asta I sindacati fanno muro contro l’alienazione Il Comune non smentisce

Incertezza sul futuro della struttura pubblica chiusa dalla scorsa estate. Fa flop il piano di interventi di manutenzione per la riapertura agli anziani.

L’Rsa Mazzini all’asta  I sindacati fanno muro  contro l’alienazione  Il Comune non smentisce

L’Rsa Mazzini all’asta I sindacati fanno muro contro l’alienazione Il Comune non smentisce

Tra i protagonisti anche del dibattito del Consiglio comunale di lunedì sera, la Rsa Mazzini resta al centro del dibattito pubblico. Le voci su un possibile piano di vendita della struttura non sono state smentite dall’amministrazione Peracchini e il destino della resdienza per anziani di viale Alpi, che in passato ha accolto e curato centinaia di persone dalla scorsa estate completamente deserta, è appeso a un filo di incertezza. Un futuro nebuloso, su cui i sindacati – molti sono i lavoratori che hanno vissuto lunghi periodi di cassa intergazione – hanno più volte cercato chiarezza senza ottenere risposte significative.

"È una situazione divenuta ormai intollerabile – afferma il segretario regionale Uil con delega allo spezzino Marco Furletti – a fronte di molteplici richieste di chiarimenti al Comune e ad Asl5 perdura un assordante silenzio che non fa presagire nulla di buono". Un declino lungo quello della Rsa Mazzini, che in pochi anni è passata dall’essere una struttura capace di ospitare 120 persone all’essere una cattedrale nel deserto, completamente vuota e abbandonata a se stessa. La situazione era già complessa da tempo ma il 2020, l’anno del covid, evidenzia in modo chiarissimo tutte le difficoltà di un immobile pieno di problemi che scricchiola da tutte le parti. Infissi malfunzionanti che non garantiscono un corretto ricambio dell’aria, mancanza di acqua calda, bagni inagibili e un personale provato da turni estenuanti. Molti i contagi da coronavirus tra gli ospiti, talmente tanti da portare anche all’apertura di un’inchiesta della Procura. Due piani della struttura vengono chiusi, i pazienti si ruducono a una decina e i lavoratori vanno incontro a nuovi contratti con orari dimezzati. L’afa della scorsa estate contribuisce a dare il colpo di grazia.

L’impianto di aria condizionata non funziona e i pochi ospiti rimasti vengono trasferiti altove. Si pensa temporaneamente, giusto il tempo di effettuare quegli interventi di riqualificazione attesi da tanti anni, ma ciò non avviene. Il Mazzini da allora è deserto e l’incertezza regna sovrana. La struttura finirà veramente all’asta? Il Comune non nega la possibilità, ma tranquillizza sulla destinazione d’uso, che è vincolata. Niente condomini o centri commerciali, ma questo non basta a rassicurare i sindacati. "Occorre – sottolinea Roberto Palomba, Funziona pubblica Cgil – implementari gli investimenti sulla sanità, non fare dei passi indietri". Sulla stessa lunghezza d’onda Laura Ruocco, Spi Cgil e Marcello Notari, Uilp Uil, che denunciano la situazione delle liste di attesa nella nostra provincia per un un posto letto in Rsa di mantenimento, 241 richieste, e Rsa riabilitazione, 90 richieste. Nell’ultimo incontro con le organizzazioni sindacali Asl 5 ha ribadito l’impossibilità a fronteggiare l’emergenza, in quanto le risorse per questo capitolo di spesa sono erogate dalla Regione Liguria e non possono essere incrementate dalla Asl 5. "Il nostro territorio è caratterizzato da un’età media molto avanzata. Svendere un patrimonio come quello del Mazzini – dichiarano Ruocco e Notari – è sicuramente un errore. Per rispondere in tempi brevi alle liste di attesa chiediamo l’immediata messa al bando dei 48 posti letto della struttura, costruita a tale scopo, nell’area dell’ospedale San Bartolomeo di Sarzana e ulteriori 42 posti letto in altre strutture. Questa proposta non richiede alcun aggravio di costi per Asl 5 e sarebbe doveroso metterla immediatamente in essere".

VCG