Lo Spezia nel cuore "Auguro la salvezza ma la società deve coinvolgere i tifosi"

Secondo l’ex vice presidete Angiolino Barreca si potrebbe fare di più "Perché non è stato aperto il Picco al pubblico anche questa settimana?. Nella stagione è stata anche sbagliata la campagna abbonamenti".

di Massimo Benedetti

Lui c’era sempre, per tutti. Nonostante il suo ruolo di vice presidente esecutivo, quale uomo di fiducia, all’epoca, del patron Gabriele Volpi, non gli piaceva tenere le distanze con la tifoseria. Andava spesso in curva e una volta aveva partecipato addirittura alla trasferta di Terni partendo in pullman con i tifosi.

Angiolino Barreca è rimasto affezionato ai colori dello Spezia e continua a seguire le partite delle Aquile, anche se da tempo non fa più parte della dirigenza.

Anche il suo Spezia, nel campionato di serie B, fu invischiato nella lotta per la retrocessione nella stagione 2012-2013, anche allora ci fu una ’Caporetto’ con la sconfitta 6-0 al Picco contro il Novara, ma poi la squadra riuscì a riprendersi, condotta nel porto della salvezza dall’esperto Gigi Cagni.

Abbiamo voluto chiedere ad Angiolino Barreca se ha qualche consiglio da dare alla società per cercare di unire ancora di più la squadra alla città, in questo momento dove la permanenza in serie A è a forte rischio.

"Per prima cosa – esordisce Barreca – voglio dire che lo Spezia merita di salvarsi, prima di tutto per la grande passione che hanno i suoi tifosi, quella è rimasta davvero inalterata negli anni. Mi sembra però che, da parte della società, non ci sia un grande coinvolgimento della tifoseria. Hanno fatto bene ad aprire il Picco per gli allenamenti, ma mi domando perché non sia stato fatto anche questa settimana, che potrebbe essere quella decisiva. Mi è stato riferito che la società vuole tenere i calciatori nella massima concentrazione per la partita di Roma, ma non so francamente se è la soluzione migliore. Io avrei aperto il Picco per un altro bagno di folla, come è sempre accaduto nelle precedenti occasioni".

Quando lei era vice presidente esecutivo, cosa faceva per tenere unite tutte le componenti?

"Ricordo che spesso si facevano delle cene con i vari club dei tifosi, alle quali partecipava anche il patron Gabriele Volpi in persona, era un modo per far vedere che la società era vicina. Mi dicono che in serie A questo non sia così facile da realizzare, ma obiettivamente parlando con i tifosi, in tanti mi hanno detto che sentono la società distante anni luce. Saper coinvolgere la tifoseria è la regola numero uno, anche gli incontri con i calciatori allo Spezia Store sono stati troppo pochi, io ne avrei organizzati molti di più. In questa stagione, poi, è stata sbagliata anche la campagna abbonamenti. I tifosi spezzini che tengono moltissimo alla loro squadra, nella partita contro il Torino hanno dimostrato che, con i prezzi giusti, possono riempire sempre lo stadio".

I Platek in questo momento difficile sono rimasti vicini alla squadra.

"E hanno fatto bene – i giocatori sono molto sensibili e hanno bisogno di essere stimolati. Ricordo nella stagione 2013 che andai anch’io a Reggio Calabria per stare accanto alla squadra che doveva affrontare una partita decisiva: e lo Spezia riuscì a vincerla".