REDAZIONE LA SPEZIA

L’impegno di Pastore. Socialista e comunista nel solco della libertà

Ricorrono i 60 anni dalla scomparsa del politico e giornalista spezzino. Gli inizi da assessore, poi l’esperienza in Unione Sovietica con Togliatti.

Ottavio Pastore, nato a Spezia il 15 luglio 1887, nel 1902 si iscrisse alla federazione giovanile Socialista, nel 1903 diresse il settimanale dei socialisti spezzini Libero Pensiero. Venne poi assunto come impiegato nelle Ferrovie, nel 1909 eletto consigliere comunale poi nominato assessore ai Tributi. Il lavoro lo portò a Torino nel 1912, sempre nelle Ferrovie. Torino fu la svolta nella sua vita: nel 1914 fu scelto come segretario della sezione torinese del Partito socialista e direttore della pagina torinese dell’Avanti. In tale veste, a nome di un gruppo con Togliatti, Angelo Tasca e Antonio Gramsci, andò a Gaetano Salvemini per chiedere (senza successo) di candidarsi alle elezioni politiche. Ebbe esito negativo anche il tentativo di dissuadere Mussolini dalle posizioni interventiste nella Grande Guerra, mentre Pastore a causa di manifestazioni contro l’intervento dell’Italia in guerra, fece 3 mesi di carcere. Poco dopo il matrimonio con Olga Santi. Negli anni dalla fine della Grande Guerra alla nascita del fascismo, Pastore è impegnato come propagandista del Partito Socialista: nel 1918 partecipa come delegato al 15° congresso nazionale del Psi ed è caporedattore dell’Avanti. Alle notizie provenienti dalla Russia sulla rivoluzione bolscevica, fra i socialisti si sviluppa la corrente di Ordine nuovo, con orazione ufficiale a Spezia nel 1919 assieme ad anarchici e democratici.

Al congresso socialista di Livorno sarà tra i fondatori del Partito comunista promuovendo la nascita del giornale l’Unità di cui divenne il primo direttore. Gli avvenimenti della neonata Unione Sovietica vedono una crisi fra i comunisti italiani: Pastore (con Angelo Tasca ed altri) non approva la svolta nazionalista di Stalin. Ma in Italia i problemi nascono dal fascismo: Pastore verrà incarcerato nel 1926 per 6 mesi, quindi emigrò in Francia dove svolgerà attività sindacale.

Nel 1928 si trasferisce a Bruxelles quindi, sentendosi minacciato, va in Unione Sovietica dove sarà uno dei delegati al Congresso dell‘Internazionale comunista. Con la moglie e i due figli Mirella e Giorgio, lavorerà al Comintern, alla scuola agraria e alla scuola leninista, scriverà articoli sulla Pravda. Ma il dissenso verso il regime staliniano si manifesterà quando consiglierà ai comunisti italiani rifugiati in Urss, di mantenere la cittadinanza italiana. Si salverà da eventuali ritorsioni tornando, con l’aiuto di Togliatti, in Francia nel 1938 dove per sopravvivere ’fece mille mestieri e lezioni di latino’. Gli anni che vanno dalla caduta del fascismo alla morte nel 1965, lo vedranno partecipare alla Resistenza e poi collaborare all’Unità e poi eletto senatore nelle prime tre legislature. Ci piace ricordarlo per l’importanza che ebbe nella storia della sinistra politica italiana, prima come socialista, poi comunista, ma sempre portando avanti principi di libertà ed onesta politica che gli valsero riconoscimenti anche dagli avversari politici. Spezia, a 60 anni dalla scomparsa, dovrà ricordarsi di Ottavio Pastore come di uno dei suoi figli migliori.

Giovanni Pardi

studioso e saggista