
L’ex leghista Rosson punta alla presidenza regionale a capo del movimento Indipendenza di Alemanno "Chiudo Alisa e riprendo in mano il piano del Felettino. No all’aumento della capacità operativa di Panigaglia".
Si definisce la vera alternativa. L’avvocato spezzino Alessandro Rosson, 47 anni, prova la scalata alla Regione a capo di Indipendenza, movimento di Gianni Alemanno.
Cosa l’ha spinta a candidarsi?
"La richiesta di moltissimi cittadini liguri che non si sentono più rappresentati da questo centro privo della componente di destra. Indipendenza rappresenta l’unica destra sociale e sovranista".
Nel suo programma elettorale punta sul rilancio del porto di Genova, ma anche quello di Spezia non se la passa benissimo.
"Bisogna portare il porto di Spezia nella via della seta, abbandonata da Giorgia Meloni. Regaliamo centinaia di milioni di euro ai porti del Nord Europa e del mediterraneo, che crescono in fatturato, movimenti merci e posti di lavoro".
La sanità è finita sotto il tiro incrociato di gran parte dei candidati. Proposte per migliorarla?
"La sanità Ligure è la più cara d’Italia, ogni persona, secondo il rapporto dell’Università Bocconi, spende in media oltre 900 euro all’anno in visite, esami, assistenza e farmaci. Questa è l’eredità vergognosa che ci lascia il governo regionale prima con Toti adesso a sostegno di Bucci; 15 mesi per una colonscopia, 12 mesi per una Tac all’addome, 6 mesi per una mammografia o una visita cardiologica sono tempi inaccettabili. Mi impegno a battere i pugni sui tavoli romani per stralciare le spese mediche da questo scellerato patto di stabilità e a predisporre un piano di assunzioni per incrementare fortemente il personale medico sanitario, oltre alla chiusura immediata di Alisa, all’abbattimento delle liste di attesa aumentando le ore di lavoro delle macchine, a realizzare gli ospedali promessi e a riaprire i punti di pronto soccorso, dotando ogni ospedale di un presidio delle forze dell’ordine h24".
Quale potrebbe essere una soluzione per sbloccare l’impasse sul Felettino?
"Riprendere in mano il progetto e rendere ogni futuro atto assolutamente trasparente e disponibile agli occhi dei cittadini spezzini".
Lei ha dichiarato la propria contrarietà al rigassificatore di Vado. Cosa ne pensa invece sui progetti di ammodernamento di Panigaglia?
"Sono assolutamente contrario a un aumento della capacità operativa. Tutti i rigassificatori hanno punti di criticità, gli spezzini hanno già dato".
Lei propone il tempo pieno per tutti alla primaria, massimo 15 alunni per classe e più assunzioni, ma la realtà è che ogni anno aumentano tagli e accorpamenti. Si può davvero invertire la rotta?
"Siamo l’unico partito che punta sull’istruzione come motore di sviluppo del nostro Paese, è necessario investire molto di più. Occorre un piano straordinario di nuova edilizia scolastica. Se eletto, costituirò un fondo per sostenere il personale scolastico contro il caro affitti, sostenendo economicamente la formazione e l’aggiornamento dei docenti, premiando il merito e l’impegno. È fondamentale sostenere le famiglie liguri economicamente più deboli con buoni per i libri e la mensa scolastica. E dico no allo ius scholae".
Tra i punti del suo programma figura il ‘lavoro di cittadinanza’. Di cosa si tratta?
"Siamo contrari a regalare soldi a chi non lavora, ma vogliamo invece garantire a tutti un lavoro dignitoso: la manutenzione del nostro fragile territorio, il decoro delle città, i servizi sociali, la lotta al dissesto idrogeologico sono i settori in cui realizzare progetti di lavoro di cittadinanza che dia un minimo di reddito ai cittadini liguri".
Matteo Marcello