VIMAL CARLO GABBIANI
Cronaca

"Lavorerò anche per San Silvestro Spero in qualche mancia generosa"

Josef e Angelo, rider travolti dall’algoritmo delle piattaforme. Ma alle 23 staccheranno per ballare con gli amici

di Vimal Carlo Gabbiani

Basta un clic. Si accede tramite le proprie credenziali alla piattaforma online – Deliveroo, Uber, Glovo – e si è operativi per ricevere gli ordini. A comandare è l’algoritmo. Un software, che incrociando tutti i dati disponibili – posizione, mezzo, distanza – propone al rider la consegna. "Decide il programma, noi possiamo solo accettare o declinare". Josef, origini italo-franco-marocchine, ha cominciato da soli 3 mesi. Ma da quando è ciclofattorino può già vantare all’attivo un subìto tentativo di furto, una caduta e oltre duemila chilometri percorsi. A cavallo di una bicicletta che ha acquistato usata e che accarezza e lucida come se fosse un vero destriero. Un corsiero leale e affidabile, che ogni giorno gli consente di vincere la battaglia in mezzo al traffico e su terreni spesso impervi. "Le piste ciclabili sono poche e non tutte in buone condizioni. Quella di via Veneto è molto dissestata, bisogna fare estrema attenzione. La maggior parte del tempo siamo in strada. Il confronto con gli automobilisti non è mai semplice. A me è capitato anche che mi venisse augurata la morte".

Passare ore tra i musi delle macchine che ti passano veloci a pochi centimetri dalle caviglie, diventa normale. Così come si diventa assuefatti all’odore dello smog, che ti rimane nelle narici anche dopo essere ritornati a casa. Non si fa invece mai del tutto l’abitudine a chi ti urla dal finestrino quanto sarebbe bello se tu finissi stecchito sotto le ruote, mentre stai trasportando per pochi spiccioli un cheesburger con patatine o una pizza capricciosa all’altro capo della città. Nelle parole di Josef non c’è però nessuna traccia di autocommiserazione. Anzi, c’è l’orgoglio di essere rider. "Il settore delle consegne ti permette di essere utile alla gente, di incontrare tante persone, di vivere giornate sempre diverse. Mi piace il mio lavoro, servono solo più tutele. Mi auguro che tutte le piattaforme di delivery seguano l’esempio di Just eat". Il colosso inglese che l’anno scorso ha assunto i propri ciclofattorini riconoscendo loro paga oraria, ferie, malattia e maternità. Tutte cose che ora come ora mancano a Josef, che lavora 40 ore a settimana per ritrovarsi a fine mese con circa 400 euro in tasca. "Vivo da solo, i soldi per mantenermi mi servono. In tutto questo periodo non mi sono mai fermato. Prenderò delle consegne anche la notte di San Silvestro. Il clima delle feste permette di ricevere qualche sorriso e qualche mancia in più. Il contatto con il pubblico è una delle cose più belle di questo mestiere".

E di incontri divertenti i rider potrebbero raccontarne davvero molti. Dal bambino che per ringraziare dell’amato panino con il manzo recapitato a casa offre in regalo un disegno, alla signora un po’ sfiorita che apre la porta in sottoveste e tacco 12 per provare a se stessa di essere ancora avvenente, all’ultranovantenne che vorrebbe raccontare la storia della sua vita. Contatti fugaci, che durano una manciata di secondi, ma che rimettono al centro la relazione umana. Quando a comandare tutto il resto è l’algoritmo. Il software non solo decide quale ordine assegnarti ma ti segue con l’occhio del satellite, ti monitora e ti valuta in base alla recensioni. Procedure sulla carta perfette che però non tengono conto della specificità di ogni situazione. Così può accadere che un rider, a causa di un cliente che non risponde o che ha scritto un indirizzo sbagliato, venga declassato nel ranking aziendale o addirittura sospeso. Procedure predeterminate che diventano pericolosamente più importanti delle persone. Josef e il collega Angelo, almeno la notte di San Silvestro non si piegheranno all’algoritmo. I parametri improntati alla massima efficienza suggerirebbero di sfruttare ogni ordine e ogni minuto possibile. Loro invece si scollegheranno dalla piattaforma alle 23. Quell’ultima ora che porta alla mezzanotte, e che separa il vecchio dal nuovo anno, la passeranno in piazza a ballare come tutti i loro coetanei.