
I funerali di Marco Paladina (Foto Frascatore)
La Spezia, 18 ottobre 2015 - C’ERANO i vecchi compagni di scuola dell’Alberghiero, gli amici di sempre, gli scout di Lerici con cui era cresciuto. Non mancava nessuno, in quella piccola chiesetta della Chiappa che a stento ha saputo accogliere chi voleva tributare l’ultimo saluto a Marco Paladina, il diciannovenne morto lunedì pomeriggio a Benidorm, località spagnola dove era giunto da pochi giorni assieme alla mamma e alla fidanzata per andare a trovare la sorella più grande, trasferitasi da poco in Spagna, e per cercare anche lui un lavoro. Tutti stretti attorno alla famiglia: papà Francesco, dipendente comunale, mamma Anna Lisa Bartolozzi, e la sorella Chiara, oltre alla fidanzata.
Tutti con gli occhi lucidi sulla foto incorniciata di Marco, riposta su un tavolino dove trovava posto anche l’urna con le ceneri della salma del giovane, cremato in Spagna. Una cerimonia breve ma toccante, quella officiata da don Davide de Pietro, parroco della parrocchia di San Bernardo, e don Franco Martini. Parole semplici ma toccanti, quelle utilizzate da don Davide de Pietro nell’omelia funebre, prendendo spunto da Sant’Agostino. «Sant’Agostino nel parlare della madre scomparsa disse «non rattristiamoci di averla persa, ma ringraziamo di averla avuta», e così dobbiamo dire anche di Marco, un dono che dobbiamo ringraziare di aver ricevuto».
E per ricordare il giovane, al termine della funzione religiosa all’interno della chiesa sono risuonate le voci del Coro ‘De André’, che ha cantato «Meraviglioso», la celebre canzone di Domenico Modugno recentemente rispolverata e riarrangiata dai Negramaro. Tutti ad ascoltare, con le lacrime agli occhi, pensando all’amico e al figlio che non c’è più, strappato troppo presto alla vita da un infarto inspiegabile visto l’indole sportiva del ragazzo, che praticava sci, vela e arrampicata e si era sottoposto sempre a controlli medici.
MATTEO MARCELLO