REDAZIONE LA SPEZIA

La storia di Carrodano nel libro di Egidio Banti

Il volume racchiude aneddoti, novità storiche e geoculturali del paese. E sarà disponibile nei prossimi giorni all’interno della biblioteca municipale

Informazioni, aneddoti, novità storiche e geoculturali. Tutto in centocinquanta pagine che raccontano Carrodano, il paese della Val di Vara a cui è stato dedicato un libro davvero interessante dal ricercatore Egidio Banti. Il volume, che sarà disponibile nei prossimi giorni nella biblioteca del municipio, giunge dalla volontà dell’amministrazione comunale e in particolare dal sindaco Pietro Mortola, di costituire una memoria per gli anziani e l’occasione per i più giovani di conoscere meglio il territorio in cui vivono. Ad esempio il poco conosciuto episodio del 1944 con protagonista il santuario della Madonna di Roverano, che il parroco Antonio Pessagno chiese di vedere durante la propria fucilazione da parte dei tedeschi – che lo tacciavano di inviare messaggi ai partigiani –, un desiderio che convinse l’ufficiale che comandava il plotone a desistere dall’intento. Testi di approfondimento, ma anche numerose foto: quelle di un tempo, in bianco e nero, che gli abitanti hanno generosamente cercato e fornito, attraverso il vicesindaco Francesco Garibotti, che raccontano di bambini, di innamorati e di lavoratori; e quelle attuali di Donatella Drovandi. Una storia che attraversa almeno duemila anni e pure usi e costumi, rituali ormai dimenticati e non solo. Un richiamo all’identità che interessa pure la cucina e magari, come accade nella parte finale dell’opera, le ricette della tradizione che non dimenticano la torta di riso e il prelibato coniglio. Le feste in piazza, il lavoro nei campi, la vita contadina delle famiglie che un tempo popolavano molto più numerose quella parte del territorio a cavallo tra la media e l’alta Val di Vara, tutto condensato per valorizzare passato e presente. E poi ancora l’origine dei nomi,dei fiumi e perfino del borgo stesso per il quale Banti si trova in disaccordo con chi vuole la denominazione Carrodano derivare dal latino ‘carrus’.

Infine, non potevano mancare alcune leggende e dei miti da sfatare che il lettore attento, pur non essendo del luogo, saprà riconoscere ed apprezzare.

Marco Magi