
Una storia scandita da grandi salite e profonde cadute nel vuoto. Lampi di luce, fallimenti e libri contabili in Tribunale anche se nonostante tutto non è mai stata scritta davvero la parola fine. Ma questa volta per la vecchia Sarzanese 1906 sembrano scorrere i titoli di coda di oltre un secolo di calcio. Per la città quella squadra rossonera ha rappresentato tantissimo prima di dimenticarla, come se quella passione che radunava le famiglie nelle piazze e nei bar per parlare delle imprese rossonere fosse improvvisamente svanita.
Tra discese e risalite la vecchia società è andata avanti assaporando la vetrina del professionismo per poi mangiare la polvere dei campetti di seconda categoria. Per poi rinascere ancora, fermarsi, cadere e rialzarsi. Da un paio di stagioni la squadra gioca in prima categoria condividendo uno strano e incomprensibile derby cittadino con la Tarros Sarzanese. Il presidente Marco Castagna ha detto basta, come già aveva fatto in passato per poi ricominciare. Ma stavolta non sembra avere più la voglia e la forza di affronare un impegno così gravoso sia dal punto di vista finanziario che logistico. La squadra non ha un campo fisso per giocare le gare ufficiali: spostandosi da Fossone a Carrara all’impianto di Luni perché in città non c’è posto. Le strutture del "Berghini" sono gestite dalla Tarros e al "Miro Luperi" per due domeniche al mese ha giocato la Fezzanese trasferitasi a Sarzana perchè non in possesso di uno stadio adeguato per disputare la serie D.
La Sarzanese 1906 anche se da qualche anno si chiama Sarzana 1906 ha comunque portato avanti la tradizione del club nato il 20 settembre 1906 in un appartamento di piazza Matteotti e che tra poco festeggia i 114 anni. Insieme allo Spezia Calcio è la società più antica della Provincia anche se ormai, forse, si dovrà parlare al passato lasciare soltanto alle Aquile il trono. Sarzanese e Spezia che 12 anni fa si sono perfino affrontate per davvero nello stesso campionato, come mai era accaduto. Adesso i rossoneri salutano il calcio, i cugini sperano ancora di toccare il cielo della serie A. Il presidente Castagna, l’ultimo dirigente rimasto della vecchia società che nel 2011 ha detto addio alla serie D, complice l’assenza delle istituzioni e il disinteresse di alcuni dirigenti coinvolti nelle ultime gestioni, per scivolare in seconda categoria.
Perdendo giocatori e ripartendo quasi da zero radunando volontari, recuperando vecchie maglie pur di tenere accesa una speranza. E probabilmente Castagna da solo è riuscito a fare anche troppo ma ora ha comunicato "con grande rammarico" di voler lasciar perdere. Nonostante la caduta e l’uscita da un certo giro, il fascino di quei colori è sempre stato speciale e tanti giocatori sempre hanno manifestato l’orgoglio di indossarli. E così dopo la Bradia Azzurri si ammaina anche un’altra bandiera di un vecchio calcio cittadino che non esiste davvero più.
Massimo Merluzzi