
Uno sportello dei servizi sociali. Anche il Comune, sulla base della nuova legge regionale, sta defininendo la nuova governance. Tra le ipotesi, la convenzione e il consorzio, con quest’ultima osteggiata dai sindacati (. foto di repertorio
Finisce nella Commissione Welfare di Palazzo civico la vicenda della riorganizzazione dei servizi sociali avviata dal Comune della Spezia sulla base della Legge regionale di riforma dei servizi sociali, approvata nell’autunno dello scorso anno da Regione Liguria. Nei giorni scorsi, la prima riunione tra uffici comunali e sindacati del pubblico impiego, dal quale sono emerse le due ipotesi sulle quali sono in corso valutazioni da parte del Comune: da una parte la sottoscrizione di una convenzione tra più Comuni, che metterebbe al riparo il personale comunale da trasferimenti; dall’altra la formazione di un consorzio a totale controllo pubblico, ma che comporterebbe il passaggio dei dipendenti dal Comune (circa una quarantina; ndr) al nuovo ente. Formula, quest’ultima, che non piace ai sindacati. Sulla vicenda, anticipata ieri da La Nazione, intervengono i consiglieri comunali del Partito democratico e Spezia Bene Comune - Rifondazione Comunista, che hanno appunto chiesto la convocazione della Commissione servizi sociali "per audire l’amministrazione comunale, le associazioni sindacali e quelle dei cittadini fruitori dei servizi. Su una partita di questo tipo per noi è fondamentale ascoltare l’opinione di tutti". I consiglieri, appresa la volontà dell’amministrazione "di procedere ad una riorganizzazione dei servizi sociali in ottemperanza della nuova normativa regionale, la quale chiama gli enti locali a mettere in rete i servizi con altri comuni, nella fattispecie quello di Lerici e quello di Portovenere", sottolineano che "si tratta in ogni caso di una scelta che avrà ricadute dirette sia su tutto il personale sia sull’utenza, per questa ragione non possono e non devono essere presentate proposte già definite. Qualsiasi sarà la strada da intraprendere, dovrà essere condivisa e costruita con i lavoratori e le organizzazioni sindacali, procedendo parallelamente, nella fase di costruzione della scelta, con un coinvolgimento del consiglio comunale attraverso le commissioni competenti. Su una questione così rilevante per una vasta platea di persone – dicono – non sarebbe ammissibile essere messi di fronte al fatto compiuto. Definire e costruire insieme la proposta è il modo migliore è più corretto per tutelare il personale, le competenze professionali di ognuno e garantire ai cittadini servizi di buona qualità".
Matteo Marcello