CLAUDIA FACHINETTI
Cronaca

La magia di Pinocchio nei disegni di Bruno

L’illustratore spezzino ha curato una riedizione del grande classico. E ancora una volta è riuscito a sorprendere e conquistare i lettori

di Claudia Fachinetti

Dopo la magnifica edizione del Canto di Natale di Dickens pubblicata l’anno scorso per Rizzoli Iacopo Bruno, pluripremiato illustratore spezzino con oltre 25 anni di esperienza in editoria di tutto il mondo, porta in libreria un altro classico. Si tratta di Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi che, con le incredibili illustrazioni di Bruno, diventa un oggetto d’arte, in uscita in libreria da ieri. Ma confrontarsi con un soggetto così “ingombrante”, rivisto e reinterpretato in molte versioni sia sulla carta che sugli schermi piccoli e grandi, non deve essere stato facile. Parliamo del libro più tradotto di sempre dopo Bibbia e Corano e che quest’anno festeggia 140 anni dalla prima pubblicazione.

"Quando mi è stato chiesto di illustrare un altro classico – racconta Bruno – la mia scelta è andata su Pinocchio per molti motivi. Primo perché questo grande romanzo rappresenta una sfida per un illustratore, proprio per la molteplicità di versioni differenti pubblicate negli anni e la quantità e complessità di personaggi e situazioni che si avvicendano nel racconto. Inoltre, ho un profondo legame personale con questo libro che mi riporta alla mia infanzia e a mio padre. Secondo lui, infatti, appena nato assomigliavo al grillo parlante (si riferiva alla versione Disney del 1940). Da allora Pinocchio ha sempre avuto un ruolo speciale nel mio cuore e non a caso il mio primo disegno per un concorso, indetto dalle scuole elementari di tutta Italia, era dedicato a Pinocchio".

Il risultato di questa versione illustrata di Pinocchio è sorprendente, a partire dalla copertina, preziosa, elegante e profondamente simbolica. "Già dai primi bozzetti – spiega l’autore – ho deciso che avrei rappresentato un albero. Il fogliame avrebbero tenuto insieme i personaggi principali e avrebbe avvolto il titolo. Gli alberi più importanti di Pinocchio però sono due e per questo la scelta finale è caduta su un albero composto da due alberi distinti. L’albero degli zecchini d’oro e la quercia alla quale Pinocchio viene impiccato. Una copertina ha bisogno di sintesi e l’albero diviso in due mi è sembrata la giusta via di mezzo nella storia di Pinocchio che si sposta dalla vita alla morte con facilità: la meraviglia del teatro dei burattini e il pericolo di diventare legna da ardere, l’illusione degli zecchini d’oro e l’impiccagione sulla quercia più grande, l’euforia del paese dei Balocchi e il salto dalla scogliera con una pietra al collo".

Le illustrazioni interne, come racconta Bruno, sono realizzate con due tecniche distinte. Gli apri capitolo e le illustrazioni a piena pagina sono olio su carta mentre quelle che accompagnano il testo sono a matita virando il segno in rosso. "Ho scelto di rappresentare principalmente gli oggetti, gli animali e i personaggi più che i luoghi. Penso che così il lettore possa avere gli strumenti per immaginare il proprio personale mondo dove ritrovare gli oggetti e far muovere i personaggi sulle parole sempre così visive di Collodi".

Il libro si chiude con una postfazione illustrata, nata su idea della moglie dell’autore, Francesca Leoneschi, cofondatrice con Bruno dello studio grafico The World of DOT, composto da una serie di doppie che chiudono il libro utilizzando l’immaginario dietro le quinte. "Una raccolta di bozzetti e scarabocchi – dice Bruno – che sono stati indispensabili per realizzare il libro e svelano il processo di lavorazione delle illustrazioni". Una sfida, quella con Pinocchio, sicuramente vinta che ci porta a chiederci quale sarà la prossima avventura. "Non so ancora quale sarà la mia prossima sfida. Sicuramente sceglierò un classico al quale sono legato sentimentalmente come è stato per il Canto di Natale e per Pinocchio".