Incentivi per ridurre l’assenteismo. Atc rilancia sulla contrattazione

Masinelli: "Disponibili a ricalibrare l’accordo aziendale del 1997, ma 28 giorni di assenza all’anno sono troppi". L’azienda replica alla Cgil su bilancio e filobus, e motiva gli oltre 100mila euro spesi in consulenze.

Incentivi per ridurre l’assenteismo. Atc rilancia sulla contrattazione
Incentivi per ridurre l’assenteismo. Atc rilancia sulla contrattazione

"Più soldi ai dipendenti? Siamo disponibili a recuperare risorse per i lavoratori, a patto che vadano in porto alcune proposte, tra cui quelle finalizzate a ridurre l’assenteismo". Non tarda ad arrivare la replica dei vertici di Atc alla Cgil, che nei giorni scorsi dalle pagine della Nazione aveva lanciato il proprio affondo chiedendo, tra le altre cose, di addivenire a una contrattazione di secondo livello per aumentare le retribuzioni dei lavoratori. Un’ipotesi che l’azienda non cestina a priori, a patto che rimanga entro i parametri della sostenibilità economica e che vadano in porto le proposte veicolate proprio nei giorni scorsi alle organizzazioni sindacali, come quelle mirate alla riduzione delle assenze da parte del personale. Secondo i dati diffusi dall’azienda del trasporto pubblico, ogni dipendente ’matura’ mediamente in un anno ventotto giorni di assenza a vario titolo dal lavoro.

Un "dato patologico, che ha costretto l’azienda a modificare anche le previsioni del piano economico e finanziario" come lo definisce lo stesso amministratore delegato di Atc, Francesco Masinelli, che l’azienda vorrebbe debellare attraverso un sistema di premialità. In soldoni, un premio alla presenza. "La valutazione sui salari del personale da parte della Cgil appare impropria, dato che gli stipendi del person ale addetto al servizio sono superiori a quanto previsto dalla contrattazione nazionale; la questione è di interesse per l’azienda, che sul tema ha presentato ai sindacati alcune proposte, come quella di ricalibrare il vecchio accordo aziendale del 1997, rimasto ancorato a concetti di residenze sparse sul territorio in luogo di una concentrazione nei depositi da cui articolare le attività; ridurre o eliminare i riposi per prestazioni straordinarie, che saranno sempre più residuali, e applicare incentivi finalizzati a ridurre le assenze esistenti" dice Masinelli, che poi assieme al presidente Gianfranco Bianchi rilancia su altri due temi sollevati dal sindacato, quali la stabilità economica di Atc e il ’giallo’ dei filobus acquistati e rimasti in deposito.

"La riorganizzazione e il recupero di efficienza avvenuto in questi anni ha permesso alla società di trovare un equilibrio gestionale che anche nel 2022 ha garantito un bilancio positivo. Il perdurare delle tensioni sui costi e la riduzione dei proventi da bigliettazione obbligano a perseverare sulla strada del controllo" dice Bianchi, che sui filobus nuovi fermi in deposito sottolinea che "la Cgil sa benissimo che l’azienda è in attesa che l’ente preposto, Ansfisa, termini le procedure di omologazione per la messa in strada, e dunque non dipende da noi". Capitolo a parte, invece, quello relativo alle consulenze commissionate da Atc negli ultimi dodici mesi, per un ammontare di oltre centomila euro. Consulenze che i vertici di Atc definiscono "necessarie", come la diffida inviata nei mesi scorsi a due aziende che avevano prospettato pesanti ritardi nella consegna dei nuovi autobus.

"Un ritardo – dice l’amministratore delegato di Atc – che rischia di causare la revoca del finanziamento di oltre cinque milioni di euro ottenuto dal ministero dei Trasporti, l’azienda si è tutelata per prevenire ogni rischio". A far discutere, anche le due consulenze, per quasi 30mila euro, in ambito finanziario e organizzativo, che per Masinelli "sono finalizzati al miglioramento della struttura e dei risultati, un percorso di riorganizzazione ed efficientamento che vogliamo traguardare al meglio. Proprio a seguito di queste analisi, si sta procedendo all’assunzione delle professionalità necessarie alla successiva riorganizzazione delle funzioni. Le spese per le difese giudiziali? Sono elevate, ma necessarie, spesso conseguenza delle interpretazioni della legge ultimamente perorate anche dalle organizzazioni sindacali".

Matteo Marcello