
Lo chiamavano ‘Il signore dell’acqua’, definizione romantica che coniugava il suo alto profilo morale con la grande passione per il mondo dell’acqua, cui aveva dedicato tutta la vita nella lunga attività professionale. La notizia della scomparsa di Arrigo Antonelli, classe 1933, ha suscitato profondo cordoglio nell’imprenditoria locale, di cui è stato protagonista per oltre mezzo secolo, con quell’umiltà e serenità d’animo che lo hanno sempre contraddistinto. Laureato in ingegneria elettronica, ha seguito in gioventù le orme del nonno Fausto Baratta ideatore di numerosi acquedotti, che ha a sua volta realizzato dopo aver preso l’abilitazione da geologo. A 36 anni, alla morte del padre, ha preso in mano le redini della Società Acquedotti Tirreni Spa, con cui ha gestito l’acquedotto cittadino fino agli anni 80 e quello della Versilia fino al ‘90; nel corso degli anni è stato nel direttivo di Confindustria e ha avuto anche numerosi incarichi in consigli di amministrazione di aziende locali e fuori Spezia. Nella sua lunghissima attività ha progettato e costruito acquedotti in tutta la provincia, ricevendo il cavalierato della Repubblica e la cittadinanza di Pignone per aver ricostruito gratuitamente quelli di Rocchetta Vara e quello agricolo di Pignone. Al di fuori dell’attività lavorativa, per 15 anni è stato giudice di primo grado nella commissione tributaria, ha inoltre dedicato tempo all’Accademia Capellini di cui è stato componente del direttivo oltre a impegnarsi nella realizzazione di alcune pubblicazioni. Arrigo Antonelli lascia la moglie Luisanna e figli Maria Iolanda, Ettore, Gian Paolo che ne hanno seguito le orme nell’attività di famiglia.