
"Un’idea e un progetto imprenditoriale che vanno nella giusta direzione, la stessa che come amministrazione avevamo incentivato spostando in quello spazio i mercatini agricoli". Il sindaco Pierluigi Peracchini esprime apprezzamento per l’iniziativa che sta sviluppando in piazza Kennedy l’imprenditore Roberto Giroldi. Un progetto che, come anticipato nei giorni scorsi da La Nazione, prevede la realizzazione di una grande Food Hall, ovvero un grande spazio dedicato al cibo, con i piatti della tradizione rivisitati e integrati secondo i moderni concept gastronomici, street food ed eccellenze del territorio proposti in spazi rinnovati, con grandi dehor e un occhio rivolto soprattutto ai giovani, ma non solo. "Credo si tratti di una iniziativa di qualità – osserva Peracchini – ma anche capace di sfruttare le opportunità di quell’area, collegata ai grandi flussi turistici, legati alla nuova stazione crocieristica. Una filosofia di investimento che ho sposato fin dall’inizio e che intendiamo promuovere anche per altri imprenditori, rispetto ai quali, come Comune, ci porremo nel ruolo di facilitatori". Peracchini insiste anche sull’esigenza di restituire impulso a quella parte della città: "Il centro Kennedy va fatto rivivere – afferma – anche se mi rendo conto che il limite di quello spazio è rappresentato dalla strada che lo attraversa dividendolo in due.
Sarebbe bello fare una piazza unica, ma quello per ora è un sogno, considerato l’attuale assetto della viabilità e le poche strade alternative di cui disponiamo. Penso però che una riflessione debba essere fatta. Non si tratterebbe di realizzare nuove infrastrutture, ma semplicemente unificare la piazza. Mi rendo conto che è difficile, considerata anche la presenza dei parcheggi. Sono però dell’idea che la risposta da dare a chi vorrebbe vivere quell’area in maggiore tranquillità debba essere oggetto di una riflessione". Un po’ meno verosimile appare un indirizzo di tipo ricettivo per il Centro Kennedy: "Ferma restando la libertà di impresa - sottolinea il sindaco - non bisogna dimenticare che sono stati aperti ultimamente qualcosa come duemila fra B&B e affittacamere ed è poi sopraggiunta l’emergenza coronavirus. Anche se, come sempre, è il mercato a decidere". Franco Antola