Il crollo del ponte di Pagliari. La Procura chiude le indagini. Dieci persone sono nel mirino

La svolta a tre anni dall’episodio: i pm tirano le fila dopo il laborioso incidente probatorio . Verso l’archiviazione le posizioni di presidenti e segretari dell’Autorità portuale spezzina.

Il crollo del ponte di Pagliari. La Procura chiude le indagini. Dieci persone sono nel mirino

Il crollo del ponte di Pagliari. La Procura chiude le indagini. Dieci persone sono nel mirino

Dieci indagati per il crollo del ponte di Pagliari. A quasi tre anni dall’episodio, la Procura della Spezia chiude il cerchio sulle presunte responsabilità alla base di quel cedimento che, il 12 maggio 2021, determinò la fine di quell’infrastruttura pensata per facilitare l’ingresso di grosse imbarcazioni all’interno della darsena di levante. Gli esiti del lungo incidente probatorio hanno portato il procuratore capo Antonio Patrono e il sostituto procuratore Claudia Merlino a restringere decisamente il cerchio. L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato nei giorni scorsi a dieci persone, tutte indagate per il reato di crollo colposo. Si tratta di Pierangelo Pistoletti e Luca Romano, due dei progettisti degli impianti e delle strutture del ponte mobile, che secondo la procura avrebbero previsto nel progetto l’adozione di bulloni sottodimensionati rispetto a quelli che sarebbero stati necessari. Ai due viene contestato anche il non aver fornito il piano di manutenzione dell’opera a corredo del progetto esecutivo. Indagato anche Franco Pomo, all’epoca dei fatti dirigente dell’allora Autorità portuale, che in qualità di responsabile unico del procedimento in fase progettuale e costruttiva avrebbe omesso la validazione formale del progetto, mentre in qualità di responsabile del procedimento nella fase di manutenzione (fino al 26 dicembre 2017) non avrebbe rilevato la mancanza del piano di manutenzione strutturale, e non avrebbe proceduto alla manutenzione straordinaria del ponte, che in base alla convenzione tra l’Autorità portuale e il Consorzio nautico sarebbe stata di competenza dell’ente portuale. Indagato anche un altro funzionario dell’ente di via del Molo, Fabrizio Simonelli, all’epoca direttore dei lavori in fase di esecuzione: al professionista la procura contesta alcune omissioni, come quella relativa alle verifiche di serraggio su un campione di bulloni.

Nel mirino della procura anche le aziende che hanno realizzato i lavori. Risultano indagati infatti anche Pier Francesco Agnese e Mario Gerini, rispettivamente amministratore unico della Carlo Agnese (azienda mandante dell’Ati) e direttore tecnico – e amministratore delegato – di Set spa, società mandataria della stessa associazione temporanea di impresa. Ai due imprenditori viene contestata l’assenza di disposizioni relative all’installazione delle rosette sui 32 bulloni di fissaggio delle cerniere di testa del ponte, nonchè l’utilizzo sulle cerniere di testa di viti diverse da quelle previste nel progetto. Indagati anche Marco Sciolla e Angela Barbaria: entrambi hanno ricoperto il ruolo di amministratore unico della Siman srl, società esecutrice in subappalto dei lavori strutturali. La procura ipotizza, in questo caso, l’omissione nell’installazione di rosette sui 32 bulloni di fissaggio delle cerniere di testa, l’utilizzo sulle cerniere di testa di viti diverse da quelle previste nel progetto. Nella lista delle persone indagate viene confermato anche Luigi Calvanese, professionista incaricato del collaudo statico del ponte di Pagliari, al quale viene contestato – oltre al fatto di aver ammesso l’opera al collaudo in assenza del piano di manutenzione – anche la circostanza di non aver rilevato l’omessa valutazione, in fase progettuale, dei fenomeni di fatica inerente alle cerniere di testa, obbligatoria ai sensi di legge. Infine, è indagata anche Federica Maggiani, all’epoca dei fatti presidente del Consorzio nautico della Spezia, concessionaria del ponte, che sempre secondo i magistrati avrebbe omesso di disporre le attività di controllo e di ispezione previste dalle circolari ministeriali. Gli indagati avranno ora venti giorni di tempo per produrre memorie o essere ascoltati dai Pm.

Verso l’archiviazione invece le posizioni tutti i presidenti e i segretari dell’Ap inzialmente indagati, come Cirillo Orlandi, Lorenzo Forcieri, Carla Roncallo, Mario Sommariva, Marco Ceglie, Davide Santini e Francesco Di Sarcina, il direttore dei lavori Francesco Dal Mut, i progettisti Bruno Ballerini e Alberto Baldi, nonchè Florindo Cauduro, Pietro Grazioli, Giancarlo Renaldini, Marco Martinelli, Diego Baruzzo, Renato Goretta, Walter Malvolti, Lorenzo Bernardini, Eugenio Bodini, Mario Bodini, Maurizio Narra, Alfredo Corbelli, Alberto Gemignani e Pietro Bertolini.

Matteo Marcello