Il Comune alza bandiera bianca "Pochi strumenti a disposizione"

E Brogi stronca l’ipotesi di una revisione delle aliquote: "Una supercazzola. Siamo in libero mercato" .

Il Comune alza bandiera bianca  "Pochi strumenti a disposizione"

Il Comune alza bandiera bianca "Pochi strumenti a disposizione"

Il business delle case-vacanza che divora il mercato dell’affitto tradizionale e sconvolge le regole della domanda e dell’offerta, alimentando ’bolle’ e speculazioni. È una tendenza che i Comuni possono in qualche modo contrastare? Ne parliamo con Lorenzo Brogi, assessore alle politiche abitative del Comune di Spezia. "La situazione – ammette l’amministratore – in effetti è molto complessa e gli strumenti a nostra disposizione non sono molti. Intanto va detto che il problema, nell’80% dei casi, riguarda i redditi bassi e la fascia dei disoccupati. Il tema, poi, è quello del libero mercato su cui il Comune può influire ben poco. Gli strumenti che possiamo mettere in campo per alleggerire situazioni di squilibrio, oltre all’equo canone, sono il pagamento delle caparre e quello della mediazione alloggiativa, col coinvolgimento degli operatori del servizio sociale che si fanno carico di contattare i proprietari, mettendo così in comunicazione domanda e offerta, cercando sul mercato appartamenti ad equo canone".

Qualcuno dice che per invertire la tendenza andrebbero ulteriormente alzate le aliquote a chi, con la casa, fa turismo abbattendo nel contempo gli oneri che gravano su chi affitta a equo canone. "Questa è una specie di supercazzola. Si tratta di misure improponibili perché nel primo caso le aliquote già sono alte e non è pensabile una manovra al rialzo, così come è impraticabile un ulteriore ribasso, sul versante del locatario, rispetto al quadro attuale. Quello che possiamo fare come Comune è altro, e cioè erogare contributi a sostegno dell’affitto nei casi di maggior disagio, quando l’inquilino non può pagare il canone per difficoltà temporanea o si ritrova sotto sfratto, così come interveniamo nel caso di impossibilità a pagare qualche bolletta. Tutti interventi che passano attraverso i servizi sociali". "Altro strumento importante - aggiunge Brogi – è quello della mediazione alloggiativa, che permette di mettere in contatto i proprietari con chi ha necessità di una casa in affitto. Gli spazi di manovra sono però limitati perché, parliamoci chiaro, il mercato lo fanno i proprietari. Nella situazione attuale, oltretutto, trovare casa è sempre più difficile non solo in città, ma anche nel resto della provincia".

Le ragioni di queste distorsioni?

"Il fatto è che le maggiori difficoltà a trovare casa si incontrano nelle fasce a basso reddito e in particolare nel caso di reddito di cittadinanza. In quest’ultimo caso i proprietari sono molto restii a mettere a disposizione l’appartamento nella convinzione che si tratti di una misura di sostegno di carattere temporaneo, senza contare un po’ di diffidenza, sempre presente".

E allora che fare?

"Il problema è di carattere nazionale, nessun Comune è in grado di misurarsi efficacemente con queste problematiche, servono infatti misure strutturali in materia di edilizia popolare, non dimentichiamo che dal piano Fanfani nulla è stato più fatto su questo versante".

Ma il Comune non può davvero fare nulla?

"Non sono mancati da parte nostra interventi importanti per affrontare l’emergenza abitativa, basti pensare che in materia di alloggi popolari sono stati investiti in provincia oltre 20 milioni di euro. Non è poco, anche se i comuni sono stati lasciati soli dallo Stato".

E sul fronte dell’equo canone? "È uno strumento importante anche se un equo canone fissato, per dire, a 550 euro equivale alla rata di un mutuo, e nel caso di una famiglia monoreddito il peso diventa insostenibile. Nel caso degli affitti, poi, la nostra provincia deve misurarsi con motivazioni proprie".

E cioè?

"Si tratta dell’evoluzione della nostra economia, la crescita esponenziale del turismo ha creato una vera e propria bolla che da un lato ha contribuito a far crescere i redditi di tanti proprietari, con l’effetto positivo di una consistente immissione di liquidità sul mercato, ma dall’altro ha sottratto alla normale disponibilità del mercato degli affitti tradizionali un gran numero di appartamenti, con l’impennata dei prezzi. Ma questa è la logica del mercato di fronte alla quale un Comune può fare ben poco".

Franco Antola