
Il green pass
La Spezia, 4 agosto 2021 - C’è confusione e un pizzico di sconforto tra gli operatori cittadini di bar, pizzerie, ristoranti visto che da venerdì il green pass sarà obbligatorio per consumare nei locali al chiuso. In molti non sanno ancora come comportarsi: chi ha potuto, grazie allo spazio a disposizione, ha aumentato i posti all’esterno dove, per mangiare, la certificazione non è richiesta.
Il ruolo dei ‘controllori’ non piace a nessuno degli intervistati, fra ristoratori, pizzaioli e baristi: qualcuno è sicuro che si troverà a perdere clienti, anche quelli più fedeli, se non saranno vaccinati, perché non potranno farli entrare. "Siamo costretti a chiedere il green pass ai nostri avventori che vogliono consumare al chiuso all’ingresso del bar– dice Tiziano Mino del Cafè Sunflower– all’aperto per fortuna non sarà necessario, ma non possiamo far sedere più di 4 persone. Sarà un bel caos, anche perché perderemo un sacco di tempo sulla porta del locale a fare i controlli. Ci dobbiamo organizzare tra di noi, tra il servizio e questo compito, del resto non possiamo permetterci di assumere un lavoratore nuovo a fare il guardiano dei green pass".
Gianni Paciaroni della centenaria pizzeria La Pia si dice molto confuso e sostiene "di non averci capito un bel niente" su quello che dovranno fare lui e i colleghi ristoratori da venerdì e in futuro. "Io non ho le idee chiare, non ho nessuna informazione – ha spiegato – per questo dovrò contattare la Confcommercio per farmi spiegare quale atteggiamento dovrò avere con la clientela. Poi cosa succede se un cliente dice di essere vaccinato e ha il green pass, ma non me lo vuole mostrare? Come mi comporto, lo caccio dal locale? E se qualcuno si siede all’esterno perché non ha il foglio verde e poi mi chiede di utilizzare il bagno, gli dico che non può andare?".
Giorgio Briglia del bar Company non è particolarmente preoccupato, si dice tranquillo perché la maggior parte dei suoi clienti siede ai tavoli fuori. E’ l’unico tra gli intervistati a conoscere l’applicazione "verifica C 19" che si installa sui cellulari per controllare se il green pass è vero o falso: "Al bancone per fortuna non occorrerà richiedere alcun documento, certo scaricherò l’applicazione per controllare la veridicità della documentazione che mi viene presentata – dice Briglia – è un gesto antipatico, ma non voglio prendere multe, sono sanzioni da cifre elevate che non si possono sostenere, possono arrivare anche a mille euro".
Favorevole all’obbligo del green pass per evitare altre ondate pandemiche Vincenzo Petrazzuoli dell’Antica osteria dell’uva: "Con tutto quello che abbiamo passato un minimo di sicurezza è d’obbligo. Non capisco quelli che protestano e interpretano la certificazione verde come una violazione della privacy: io ce l’ho il green pass. Come risposta alla clientela abbiamo implementato i posti all’aperto, nella sala ne abbiamo mantenuti solo 7".
L’obbligo di avere il ‘foglio verde’ lo vede come un danno per il settore della ristorazione il gestore del ristorante Pepe Nero Luca Serafini: "C’è chi non si vaccinerà e che non penserà certo di fare un tampone per andare a pranzo o cena fuori. E quindi non verrà più. Ho un cliente fedele che mi ha già detto che non si vaccinerà, e io in base alla disposizioni a cui mi devo attenere, lo perderò sicuramente".
Sente l’avvicinarsi di un problema importante Daria Massa del ristorante Al solito posto non tanto per l’estate, quanto per l’inverno: "All’esterno con l’arrivo delle stagioni più fredde non mangerà nessuno, fino a ottobre quindi lavoreremo. E poi? Io cerco di rispettare tutte le regole, gestisco le prenotazioni e chiedo se i clienti hanno il certificato, ma se dovessi dimenticarmi una volta di chiederlo, sarebbe un guaio. Allora dovrò farmi aiutare da mio marito e mi dovrò a scusare con le persone che verranno. Darò a lui l’ingrato compito di invitarle ad uscire. Un brutto compito davvero".