"Gli armatori snobbano i soldi per rinnovare le flotte"

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"Il Decreto flotte? Una grande incognita, speriamo non si riveli un flop". Si esprimono così i principali comitati e associazioni che fanno parte di’ Facciamo respirare il Mediterraneo’, rete attiva nei porti italiani impegnata per la riduzione dell’impatto dell’industria navale su salute, clima e ambiente. Dei 500 milioni stanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel decreto del settembre 2022, solo 163.395.152,75 sono stati assegnati, il 33% rispetto al totale. I progetti di rinnovo approvati sono 88, "ma non è dato sapere in cosa consistano. Il paradosso è evidente: gran parte delle navi che fanno scalo nei nostri porti hanno spesso emissioni fuori legge che, come dimostrano i dati, causano l’incremento delle concentrazioni di numerosi inquinanti dell’aria. Bisogna evitare che queste risorse vadano disperse, devono invece contribuire ad una svolta ambientale dell’industria navale" dice Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria. "Vista l’inspiegabile riluttanza degli armatori nell’accedere ai finanziamenti, il Ministero destini una quota del residuo finanziario per decuplicare i controlli ambientali sui fumi delle navi, anche con droni". Le associazioni hanno scritto a Confitarma e Assarmatori e al Ministero per chiedere chiarimenti sulla mancata adesione al bando. "E’ incomprensibile come gli armatori lascino inutilizzati i fondi, dimostrando disinteresse per l’impatto ambientale della loro industria" dice Enzo Tortello, presidente di Ecoistituto e Comitato Tutela Ambientale Genova Centro-Ovest.