CORRADO RICCI
Cronaca

Giustizia flop per 38 anni. Impresario estenuato nella rincorsa al ristoro

Un banale contezioso per lavori non pagati arriva alla Corte Europea. Sullo sfondo due ricorsi per l’ingiusta durata del processo civile

L’avvocato spezzino Claudio Defilippi intende sviluppare un’azione politica dopo quella legale

La Spezia, 15 agosto 2023 - Diciotto anni per risolvere un banale contenzioso civile da lavori non pagati, altri venti per arrivare al riconoscimento della lesione del diritto al giusto processo con condanna dello Stato a pagare 4 mila euro di risarcimento; infine la beffa: "Prima di saldare il conto occorrerà verificare eventuali pendenze fiscali". Ancora nulla per sanare la ferita ad imprenditore edile spezzino che è diventato vecchio nel rincorrere gli obiettivi: prima quello del recupero economico delle sue spettanze, poi per riparare al torto subito a causa della lungaggine del processo; ci sono voluti 18 anni per arrivare alla sentenza di secondo grado che aveva stabilito il quantum del risarcimento di 15mila euro per il mancato pagamento dei lavori effettuati a favore di un condominio che si era rivelato inadempiente. Nel 2005 il nostro imprenditore era tutt’altro che soddisfatto: non solo sperava in un saldo più corrispondente alle pretese ma aveva vissuto il lungo periodo di tempo per approdare alla sentenza come un affronto ancor più grave di quello sofferto a causa del condomino moroso. Di qui il ricorso alla legge Pinto per vedere riconosciuta la lesione del diritto del giusto processo. Fu un buco nell’acqua: nessun ristoro. "Ma l’imprenditore - racconta il suo legale, l’avvocato Claudio Defilippi - non si diede per vinto e mi diede mandato per sollevare il caso davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo". Ma anche lì il percorso della giustizia si è rivelato tutt’altro che spedito. "Ci sono voluti -spiega il legale - altri 20 anni per arrivare alla sentenza di condanna dello Stato Italiano colpevole di aver trascinato la causa del 20 anni".

La quantificazione del ristoro è stata fissata in 4 mila euro. Tutto bene? Assolutamente no. Un’altra beffa si è palesata nel cammino dell’imprenditore. "E’ giunta da pochi giorni una nota del Ministero dell’Economia, destinatario dell’ordine europeo di pagamento, che frena sulla possibilità di adempiere in tempi ragionevoli. La questione posta è quella di procedere al saldo dopo che sarà stata accertata la posizione fiscale dell’imprenditore per escludere che abbia pendenze con l’erario. Posso già dire che non è questo il caso e che la soglia del pagamento obbligato è sotto al quantum che potrebbe innescare accertamenti fiscali. Ma tant’è siamo nuovamente a patire le conseguenze di un giustizia e una burocrazia disumana".

Che fare? "Intendo sviluppare una nuova azione legale ma anche politica, tornando davanti alla Corte di giustizia Europea per sollevare il caso dello Stato Italiano sordo al dovere di adempiere alla riparazione impostagli".