
Il sindaco Paoletti con la camicia esposta (foto Frascatore)
Lerici (La Spezia), 20 gennaio 2021 - Lerici borgo di naviganti e patrioti. Con il ritrovamento delle camicie rosse dei Garibaldini, una delle quali è stata esposta nel palazzo del municipio, riaffiorano alla memoria dei lericini le vicende risorgimentali che hanno fatto del borgo un covo di mazziniani e repubblicani. Moltissimi cittadini erano coinvolti nei moti rivoluzionari di metà Ottocento che hanno portato all’indipendenza della Nazione.
Popolo di naviganti, girando per mare era facile per molti lericini venire in contatto con le idee repubblicane venute dalla Francia, con le lezioni del pensatore Giuseppe Mazzini senza contare il forte legame di Lerici con Genova, storica repubblica marinara. A Santerenzo era forte anche la presenza della massoneria che promuoveva e sosteneva gli ideali repubblicani e di cui lo stesso Garibaldi fu Gran Maestro. Un terreno fertile quello del golfo dei poeti che oggi ricorda molte gesta dei suoi cittadini che misero a disposizione quello che avevano per sostenere la causa dell’eroe dei due mondi e che talvolta persero la vita. Non si possono non citare gli eroi della spedizione di Sapri organizzata da Carlo Pisacane; ben otto furono i lericini che vi parteciparono finendo ammazzati o prigionieri dei Borboni; così come la vicenda di Ambrogio Giacopello, armatore lericino che contrabbandò armi per rifornire i mille in partenza da Quarto e perdendo una delle sue navi. Storico anche il salvataggio proprio di Giuseppe Garibaldi da parte del santerenzino Paolo Azzarini, pescatore che con la sua barca da pesca portò Garibaldi quando "fu ferito", come recita la storica canzone, in salvo da Livorno a Portovenere.
E chissà quanti altri aneddoti e cimeli sono conservati nelle memorie di molte famiglie di Lerici. E’ certo che la zona diede molto alla causa della repubblica e veniva tenuta in considerazione dallo stesso Garibaldi. Ancora negli anni cinquanta la figlia dell’eroe Clelia Garibaldi venne a Santerenzo in occasione dell’inaugurazione della lapide intitolata a Paolo Azzarini che appunto salvò suo padre permettendogli di compiere la sua missione.
Oggi la volontà dell’amministrazione Paoletti è quella di creare un luogo in cui conservare questi cimeli e molti documenti presenti nell’archivio storico del comune in modo che possano essere a disposizione della comunità e dei turisti che visitano il borgo ma spesso ne ignorano la storia e le radici. Anche la toponomastica lericina lascia poco spazio all’immaginazione: le vie centrali del borgo sono tutte intitolate agli eroi del Risorgimento e celebrano la matrice repubblicana dei suoi abitanti: dalla centrale piazza Garibaldi, a calata Mazzini, via XX settembre, piazza Cesare Battisti e via Pisacane, solo per fare alcuni esempi.
"Stiamo pensando di destinare la storica casa dell’ammiraglio Andrea Doria - spiega il sindaco di Lerici Leonardo Paoletti - che è situata in pieno centro storico, ad accogliere questi cimeli e a diventare un punto informativo non solo turistico ma anche storico perché chiunque, lericini e turisti possano conoscere la nostra storia millenaria fatta di naviganti e patrioti".