
Una giornata trascorsa in mezzo alla natura e all’insegna della pulizia, quella organizzata dal Cai sarzanese e dall’associazione Libera lo scorso 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica. Ma l’obiettivo cardine era quello di onorare la memoria di Dario Capolicchio, per sempre ventiduenne sarzanese – e socio Cai – vittima della mafia. Era il 27 maggio 1993 quando il giovane Dario fu ucciso, insieme a Nadia Nencioni, Caterina Nencioni, Fabrizio Nencioni e Angela Fiume nella strage di via dei Georgofili a Firenze. Una collaborazione proficua e affiatata che va avanti da anni quella tra il Cai e Libera che quest’anno hanno voluto organizzare un trekking lungo le rive del fiume Vara, all’interno del Parco Naturale Regionale di Montemarcello Magra Vara. Circa una quarantina i partecipanti all’iniziativa che hanno percorso un tragitto di circa 5 ore, da Follo a Beverino, tra discussioni, contemplazione della natura selvaggia e pulizia dei sentieri previo accordo con il comune di Follo. Da sottolineare che, durante la giornata, a cui hanno partecipato ragazzi dai 10 anni in su, sono stati accolti ben 25 sacchi di immondizia, debitamente differenziati.
"Quest’anno abbiamo scelto un percorso orizzontale anche per raccogliere un buon numero di adesioni e così è stato – ci ha spiegato il presidente del Cai Sarzanese Michele Sarcinelli –. Il primo tratto del percorso si snodava da Pian di Follo verso Piana Batolla, poi da lì abbiamo intrapreso la "Strada dei tedeschi", un sentiero boscoso di saliscendi lungo i fianchi rocciosi del fiume che ha condotto tutti al centro sportivo di Beverino. Molto intenso, una volta terminata la pausa pranzo, il momento di riflessione e condivisione collettiva in memoria di Dario con Francesco Baruzzo, in rappresentanza del coordinamento provinciale di Libera La Spezia e Chiara Bruschi, responsabile del presidio sarzanese "Dario Capolicchio"". E se entrambe le associazioni hanno ribadito l’importanza dell’esistenza dei parchi, con la loro fondamentale funzione di tutela ambientale attraverso una gestione priva di logiche di business, i membri dell’associazione Libera hanno poi sottolineato l’importanza di vivere momenti di memoria condivisa e di riuscire a trasformali in impegno concreto, come per quanto concerne i percorsi di educazione alla cittadinanza nelle scuole, la sensibilizzazione e l’informazione dei cittadini sulla presenza mafiosa nel nostro territorio e il riutilizzo sociale dei bene confiscati alle mafie.
Elena Sacchelli