Gianni Biondillo presenta all’Urban Center ’Quelli che noi non siamo’

‘Quelli che noi non siamo’ è il titolo del libro che verrà presentato domani, alle 17.30, all’Urban Center di via...

Gianni Biondillo presenta all’Urban Center ’Quelli che noi non siamo’

Gianni Biondillo presenta all’Urban Center ’Quelli che noi non siamo’

‘Quelli che noi non siamo’ è il titolo del libro che verrà presentato domani, alle 17.30, all’Urban Center di via Carpenino. A parlare con l’autore del volume di Gianni Biondillo pubblicato da Guanda Editore e vincitore del Premio Bagutta 2024, sarà l’architetto Carlo Alberto Cozzani. L’iniziativa è organizzata dall’associazione culturale "Le Spugne" col patrocinio del Comune della Spezia. Ci fu una generazione di architetti che credette nel fascismo, perché si illudeva fosse una rivoluzione, come quella artistica che propugnavano: il razionalismo. Combatterono una guerra ad armi impari contro l’accademismo, centralista e romano, senza rendersi conto che mentre Mussolini li ammansiva, li lodava, in realtà sosteneva un’architettura retorica ben più consona alle sue megalomanie. Milano fu la fucina di queste tensioni artistiche che guardavano all’Europa come a una liberazione dall’asfissiante passatismo provinciale del resto della nazione. Venivano da tutta Italia: irredentisti istriani come Pagano, maestri comacini come Terragni, napoletani inquieti come Persico. E poi tutti gli altri, figli del Politecnico: Figini, Pollini, Bottoni, Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers... Nelle trattorie, nei salotti, alle vernici, incrociavano poeti, galleristi, critici, artisti, e di anno in anno l’adesione al regime si faceva sempre più labile, sempre più critica. Ci pensò la Storia a fare il resto: dalle leggi razziali alla disfatta di Russia, fino al cataclisma dell’8 settembre 1943. Gianni Biondillo racconta, in un romanzo corale, la storia di uomini e donne che presero coscienza del crollo delle false ideologie e che decisero di schierarsi nel nome della Resistenza e della libertà, spesso pagandone le conseguenze: carcerazioni, torture, campi di concentramento. Il ritratto profondo di un’epoca, che ci somiglia più di quanto vogliamo ammettere. L’entrata all’evento è libera e gratuita.

m. magi