
Si stringe il cerchio nella partita generale del metano per l’autotrazione apertasi a Panigaglia col progetto di Gnl Italia per adeguamento del pontile all’attracco del ro-ro ferry con le autocisterne e nella partita connessa della ’sponda’ portuale alle stesse per l’avvio su strada. In parallelo alla notizia dell’intesa data dalla giunta regionale al Ministero dell’Ambiente per dare corso all’autorizzazione unica a Gnl Italia a strutturare il terminal sito nel comune di Porto Venere (vedi articolo qui sotto) trapelano i contenuti che accompagnano la manifestazione di interesse espressa da Canarbino spa nell’ambito della procedura aperta dall’Autorità di sistema portuale, destinata a chiudersi in un mese, a seguito dell’istanza di Gnl Italia per acquisire la concessione di Calata Malaspina per gestire in proprio il servizio nmavetta. Una procedura che potrebbe essere superata dagli accordi commerciali centrati da Canarbino per sviluppare lo stesso in due siti portuali: Molo Garibaldi e Terminal del Golfo. Le intese sono con La Spezia Terminal Container e con la Tarros, concessionarie dei siti. Le location sono quelle stesse indicate da Gnl Italia nel progetto per il disco-verde al pontile di Panigaglia. La società - l’indiscrezione arriva da radio porto - aveva esplorato la possibilità della fruizione delle banchine in questione ma non ha trovato la quadra con i concessionari. Di qui l’istruttoria avviata per centrare l’obiettivo della concessione di Calata Malaspina, istruttoria finita sotto il tiro incrociato delle osservazioni-altolà. Queste, come è noto sono articolate: il sindaco Pierluigi Peracchini (ancor prima del consiglio comunale che ha votato la mozione che lo impegna a larghissima maggioranza a fare muro, con la minoranza che allarga il tiro a tutto lo spettro portuale) ha posto il problema della vicinanza della Malaspina alla città; Legambiente e Posidonia hanno esteso l’orizzonte della contrarietà a tutte le opzioni all’interno dello scalo; la società Spezia Carrara Cruise Terminal, oltre a lamentare l’interferenza con i servizi ai crocieristi, con riferimento alle funzioni previste dal piano regolatore portuale, ha posto il tema dell’effetto-sbarramento; il Pd più che altro pone interrogativi sul rischio incidenti.
Intanto si è fatta avanti Canarbino spa, società con sede legale a Milano ma cuore pulsante a Sarzana, operante nella compravendita di energia elettrica e gas con servizi resi a 450 mila clienti (in Liguria, Toscana e Lombardia) che danno luogo ad un fatturato di un miliardo di euro e un bacino occupazionale 400 lavoratori. Una realtà che ha preso le mosse su impulso della famiglia Michelozzi, originaria di Canarbino (di qui il nome della società) e impegno in prima linea di Ilaria Michelozzi, 56 anni; risale al 2003 la costituzione di Spigas, di cui ha poi assunto il controllo il gruppo tedesco Vng diventato socio al 20 per cento in Canarbino spa controllata (con 80 per cento delle quote) dai Michelozzi; la società si è lanciata nel business del servizio-navetta del gnl che preveda anche un’area polmone per le autobotti a Santo Stefano.
Corrado Ricci