
Era accusato della ricettazione dio 18 mascherine chirurgiche, 100 guanti mono uso e 48 salviette igienizzanti che erano stati sottratti dall’ospedale Sant’Andrea nel marzo dello scorso anno, in piena prima fase della pandemia. Aveva messo tutto in vendita su Facebook al prezzo di 180 euro, ma ad acquistarle aveva trovato un agente della squadra mobile, che lo aveva tratto in arresto assieme a chi, materialmente, aveva sottratto mascherine, guanti e salviette.
Ieri il collegio presieduto da Diana Brusacà con giudici a latere Elisa Scorza e Giacomo Nappi ha assolto Kevin Halilovic, 20 anni, perché il fatto non costituisce reato. E’ stata accolta la tesi difensiva degli avvocati di fiducia Luigi Fornaciari Chittoni e Cesare Bruzzi Alieti, i quali hanno sostenuto che il giovane avesse ricevuto in regalo dall’autore del furto, che lavorava per una cooperativa operante in ospedale e non è più punibile in quanto deceduto, le mascherine in buona fede. Fornaciari Chittoni e Bruzzi Alieti hanno spiegato come il ventenne non pensava fossero state rubate, ritenendo che l’amico le avesse in dotazione perché guidava le ambulanze negli spostamenti al Sant’Andrea. Era stato l’occhio clinico di un’infermiera che lavora in ospedale, in ansia per il rischio-esaurimento delle mascherine in quel periodo, a dare il via all’inchiesta della squadra mobile. Che aveva organizzato un acquisto-trappola dopo l’offerta su Facebook. L’incontro era avvenuto in viale San Bartolomeo, dove era scattato l’arresto. Il pubblico ministero Elisa Loris aveva chiesto la condanna ad un anno e quattro mesi, ma il collegio ha ritenuto valida la tesi della difesa, assolvendo l’imputato dall’accusa di ricettazione.
Massimo Benedetti