
Le travi portanti dell’impalcatura accusatoria di frode fiscale - a base di presunte fatture false - sono venute meno sotto gli affondi difensivi. La tenuta riguarda solo alcune singole posizioni. Ma l’ipotesi dell’associazione per delinquere è caduta. E’ accaduto a due anni e mezzo dall’esecuzione di 11 ordini di custodia ai domiciliari; questi scattarono in parallelo al blocco di 386 conto correnti e al sequestro di 6 milioni di euro. Il giudice per l’udienza preliminare Marinella Acerbi, all’esito del rito abbreviato, ha assolto e prosciolto la maggior parte degli imputati (in tutto erano 22), mandando a processo Pietro Lopresti, ottantenne imprenditore di Aulla e uno dei sospetti complici, Marco Moisè.
Gli unici a essere ritenuti colpevoli per un’unica imputazione, che riguardava un’evasione Iva relativa al 2019, sono stati Roberto Viani e Massimo Pisano: 2 anni di carcere ciascuno. Così come sono stati condannati a 4 mesi Gianluca Coppi e Mario Zacco in merito a un versamento Iva formalizzato in ritardo, nel 2018. I quattro condannati però sono stati anche loro assolti da tutti gli altri capi d’accusa e va ricordato che Zacco era pure accusato di essere promotore dell’organizzazione insieme a Lopresti. Escono di scena a testa alta Pier Luigi Fiorini, Tetyana Ivanova, Elisabetta Zacco, Daniela Bolzoni, Franco Spagnoli, Simone Galli, Roberto Ziletti, Riccardo Giuseppe Riccardi, Alessandro e Mauro Mango (quest’ultimo all’epoca solo indagato e non sottoposto alla misura cautelare personale come era stato erroneamente scritto): sono stati tutti assolti. Il gup Marinella Acerbi ha però fatto cadere ogni accusa anche nei confronti di Giuliana Sarbia, Carmen Paraschiva Bran, Andrea Lunardi, Perparim Matoja, Giorgio e Luigi Usai, che comunque avevano posizioni marginali. Per un capo d’imputazione sono stati prosciolti pure Lopresti e Moisè. L’elemento portante della tesi della Procura è stato ribaltato grazie alle consulenze tecniche depositate durante il processo dai difensori degli imputati: "Hanno attestato la non falsità delle fatture e la loro perfetta esistenza", osserva l’avvocato Giuliana Feliciani.
Corrado Ricci