Cliente con falso green pass, maxi multa al bar

Il certificato risultato regolare al controllo, ma... apparteneva a un’altra persona. "Devo pagare io per la bugia di una ragazza: non è giusto"

Paola Melis titolare del bar Tripoli mostra il verbale da 280 euro

Paola Melis titolare del bar Tripoli mostra il verbale da 280 euro

La Spezia, 28 febbraio 2022 -  La ’furbetta del green pass’ non solo non l’ha fatta franca, ma ha messo nei guai anche chi non c’entrava proprio nulla con le sue birichinate (chiamiamole così). Risultato: una sacrosanta maxi multa per lei ma anche alla commerciante che si era fidata del suo pass, risultato del tutto regolare al controllo con l’applicazione, oltre a essere intestato a una ragazza della stessa età di chi lo aveva nella disponibilità.

Insomma, per la titolare del Bar Tripoli sembrava tutto in regola così dopo la verifica del pass, ha fatto entrare la giovane cliente insieme alla sua compagnia di amici. Finita lì? No, perchè i nodi al pettine sono venuti quando alla porta del locale si è presentata una pattuglia della polizia impegnata nei consueti controlli legati proprio alla verifica del rispetto delle normative di clienti ed esercizi pubblici. Da una parte la titolare del Tripoli aveva la coscienza tranquilla per aver verificato la veridicità del tutti i pass, seduta al suo tavolo la ragazza appena ha visto i vigili ha subito vuotato il sacco. "Il green pass? Non ce l’ho". E quello mostrato poco prima alla titolare era autentico, ma intestato a un’altra persona. Lei invece non lo aveva e ha dovuto ricorrere all’escamotage illegale per poter andare a bere qualcosa con gli amici.

"A quel punto – racconta Paola Melis, titolare del locale di Via Prione – la polizia locale ha multato la ragazza di 280 euro, ma la stessa sanzione è stata fatta anche a me. Mi è stato contestato il fatto di non aver verificato la corrispondenza del green pass con chi lo aveva esibito, ma io in quanto pubblico ufficiale non posso chiedere i documenti a una cliente, a meno di una evidente difformità fra i dati del pass e la fisionomia di chi lo mostra". Come ad esempio, età molto diverse. Ma da quanto emerso non era certo questo il caso, perchè a una prima occhiata i dati potevano corrispondere, non ci sarebbe stata quindi la necessità di una verifica dei documenti da parte dell’esercente. "Ho anche dovuto seguire la ragazza fuori in strada perchè dopo essere stata verbalizzata era uscita senza pagare quando dovuto". Oltre al danno c’era anche il rischio della beffa. "Ho spiegato agli agenti la mia buona fede: ho verificato il pass con l’applicazione, era valido, non c’era discrepanza evidente con chi me lo mostrava. Per me era tutto ok. Invece ora mi trovo con un verbale di 280 euro (se pago entro 5 giorni, altrimenti aumenta) per colpa della bugia di una ragazza. Non lo trovo giusto, farò sicuramente ricorso, anche perchè arriviamo da un periodo durissimo vissuto fra chiusure, limitazioni e via dicendo. Questa proprio non ci voleva".  

Claudio Masseglia