CORRADO RICCI
Cronaca

Esondazioni, cresce l’area "rossa" alla Spezia. Ecco la mappa delle zone pericolose

Così il decreto dell’Autorità di Bacino sulla base dello studio dei corsi d’acqua effettuato dal Comune

La Spezia, previsioni di stretta edificatoria in centro e in periferia

La Spezia, 24 gennaio 2023 - In Italia sono sette; a loro è affidato dallo Stato il compito di assicurare la difesa del suolo e la mitigazione del rischio idrogeologico, tra prevenzione e azione. Si chiamano Autorità di Bacino. Quella con potestà nella provincia della Spezia appartiene al ’distretto’ dell’Appennino settentrionale (ligure-toscano) e cabina di regia a Firenze. Da essa promana un atto strategico. Si tratta della "proposta" di variante (definita non sostanziale) al Piano di bacino, lo strumento pianificatorio sovraordinato ai piani regolatori che disciplina i livelli di edificabilità delle aree in relazioni al rischio-esondazione dei corsi d’acqua sulla base di scenari previsionali dedotti da sopralluoghi, statistica e modelli fisico/matematici: dall’altolà ad interventi edilizi in zona ’rossa’ ad alto rischio esondazione (la A) alla praticabilità in relazione alla messa in sicurezza del territorio più o meno esposto ad eventi alluvionali, fino all’assenza di rischi (zone B e C). Per il territorio comunale spezzino si annuncia una stretta: regole più severe per la realizzazione di nuove opere, fino ad escludere nelle zone a massimo rischio, salvo ristrutturazioni senza occupazione di suolo. La materia è estremamente tecnica. Per capire occorre procedere per gradi.

La proposta in questione - occorre puntualizzare - è la conseguenza dello "Studio idrogeologico e idraulico" commissionato, nel maggio del 2019, dal Comune della Spezia alla società Hydrodata, aggiornato in corso d’opera, acquisito dalla Regione (previa verifica della correttezza metodologica dell’analisi) e infine ’girato’ all’Autorità di bacino. Obiettivo dell’amministrazione: dotarsi di uno strumento di indirizzo per i piani di Protezione civile, per altro obbligato per concorrere all’acquisizione di fondi finalizzati alla realizzazione di opere pubbliche.

La relazione, a firma dell’ingegnere Luca Aldo Remo Dutto, è voluminosa: oltre 400 pagine. Dallo screening fattuale alle previsioni dei cosiddetti "tempi di ritorno" delle alluvioni - con scadenze dai 20 a 200 anni - il passo non è stato breve: questione di check ed elaborazioni. Ma il risultato è tranchant, quanto all’estensione delle zone rosse. Ecco una sintesi della mappatura dedotta dagli atti, partendo da ovest verso est.

La zona di Pegazzano prima sconosciuta nella cartografia del piano di bacino, diviene ora zona a rischio con condizione di pericolo alto o medio alto nel rettangolo da via Fieschi – via dei pioppi, via Nazario Sauro e viale Amendola. Il quartiere della Chiappa, primo sconosciuta nella cartografia del piano di bacino, diviene ora zona a rischio medio alto tra via Monfalcone e via Genova. E veniamo al centro: se nel vecchio piano di bacino l’unica zona a rischio era quella che confinava con viale Amendola e il canale Lagora, l’estensione ora abbraccia un’area molto più ampia: è triplicata.

Con condizione di pericolo alto o medio alto, diventa la zona da Viale Aldo Ferrari, Viale Amendola (sino al porto Mirabello, Viale Italia (sino alla Capitaneria) e Via XX settembre (da sotto alla stazione sino alla cattedrale). A rischio medio alto diventa la zona tra via Costantini e l’Ospedale della Spezia. Prima sconosciuta nella cartografia, diviene ora area rossa quella di Valdellora, tra Via Galvani e Via Volta.

Andiamo a Mazzetta: se nel vecchio piano di bacino la zona era di tipo B quindi a medio rischio, ora la quasi totalità dell’area diventa rossa, ad alto rischio. Così anche Migliarina/Favaro: nel vecchio piano di bacino la zona era ritenuta a medio rischio, oggi la quasi totalità è configurata in zona rossa. Andiamo nella zona industriale degli Stagnoni, fra Limone e Melara: prima non ricompresa nella cartografia del piano di bacino, diviene ora zona a rischio alto (rosso) o medio alto rischio. La quasi totalità della Leonardo e di MBDA è in zona A ad alto rischio. Stessa storia per l’area dell’Enel: ad alto rischio, con estensione doppia rispetto a prima. Anche a Fossamastra siamo di fronte ad una duplicazione dell’area rossa. Arretramenti di pericoli invece nella zona del palasport sport e in aree di viale San Bartolomeo in conseguenza delle opere di mitigazione del rischio esondazione di alcuni corsi d’acqua.

Il 20 gennaio è scaduto il termine delle osservazioni; si ha intanto notizia di quelle critiche di Confindustria e Confedilizia.

Corrado Ricci