Ecco ‘El poema del cante jondo’. La vera anima spagnola in musica

Il Conservatorio Puccini presenta un concerto corale e vocale dedicato al cante jondo, uno stile musicale potente e primitivo del flamenco, sabato alle 21 al santuario di Sant'Antonio da Padova.

Ecco ‘El poema del cante jondo’. La vera anima spagnola in musica

Ecco ‘El poema del cante jondo’. La vera anima spagnola in musica

LA SPEZIA

Frutto dell’influenza e dell’intreccio tra culture, il cante jondo è uno stile musicale del flamenco, un’arte primitiva e poderosa, tutta andalusa. Il suo nome significa, letteralmente, canto profondo e non c’è definizione che potrebbe descriverlo meglio, visto che sembra nascere direttamente dall’anima degli esecutori. La vera anima della Spagna, che fonda le sue radici nei primitivi sistemi musicali dell’India, cioè nelle prime manifestazioni del canto, e dalle quali derivano tutte le altre forme di canto/danze popolari spagnole.

Nel piazzale del santuario di Sant’Antonio da Padova, con ingresso libero, sabato alle 21, il Conservatorio Puccini presenta un concerto corale e vocale intitolato ‘El poema del cante jondo’, con musiche di Federico Garcia Lorca, Manuel De Falla, Mario Castelnuovo-Tedesco e Joaquìn Rodrigo: con il coro del Conservatorio diretto da Daniela Contessi, tre solisti – il soprano Claudia Belluomini, il baritono Michelangelo Ferri e il basso Nicholas Tagliatini –, accompagnati da Dario Maraviglia alla chitarra e Marco Podestà al pianoforte. Il programma si apre con tre brani tratti dalla raccolta Canciones españolas antigua per voce e pianoforte (o chitarra): ‘Nana de Sevilla’, ‘Las morillas de Jaén’ e ‘En el Café de Chinitas’, dei quali Federico Garcia Lorca è autore sia dei testi che della musica. Sugli splendidi versi di Lorca, tratti dalla raccolta di poesie scritte nel 1921, che porta il nome ‘Poema del Cante Jondo’, Mario Castelnuovo-Tedesco ne sceglie sette per comporre nel 1951 la sua suite per coro e chitarra, che intitolerà Romancero Gitano; le quattro voci del coro sono trattate in maniera madrigalistica e alla chitarra è affidato il compito di valorizzare, armonicamente e ritmicamente le sette canzoni. Il programma si conclude con il Tema dell’Adagio di Aranjuez, tratto dal secondo movimento del Concerto per chitarra e orchestra composto nel 1939 da Joaquín Rodrigo. A formare il coro sono i soprani Claudia Belluomini, Giada Bondielli, Sofia Borraccino, Sarah Brangi, Sara Butticè, Lavinia Camarin, Matilde Canese, Chiara Della Lastra, Donatella Falleni, Irene Giari, Lun Hai, Yunfei Lou, Lili Wang e Jin Wanyi; i contralti Tiziana Biagini, Letizia Bondi, Sara Delle Piane, Elisa Dal Corso, Francesca Lotti, Olga Massa, Enrica Rouby, Lucilla Tei, Carmen Venturini e Clara Vigorito; i tenori Nicolò Accarpio, Daniele Brandinelli, Rongxuan Chen, Massimo Gelichi, Ernesto Macchioni, Melih Okursari, Taojun Xu e Zuoqin Zhang; e i baritoni/bassi Davide Cantoni, Stefano Ferdeghini, Michelangelo Ferri, Matteo Guerrini, Wenhao Lao, Yuhang Liu, Simone Maiorana, Francesco Menghini, Bruno Rosaia, Nicholas Tagliatini e Luciano Torri.

Marco Magi