È scontro anche su mafia e voto di scambio

Nella campagna elettorale ligure, il tema della legalità diventa terreno di scontro tra i candidati. Accuse e difese sul coinvolgimento della mafia nel territorio, con proposte contrastanti su come affrontare il problema.

È scontro anche su mafia e voto di scambio

Nella campagna elettorale ligure, il tema della legalità diventa terreno di scontro tra i candidati. Accuse e difese sul coinvolgimento della mafia nel territorio, con proposte contrastanti su come affrontare il problema.

Nella campagna elettorale ligure anche la legalità diventa terreno di scontro. A lanciare il sasso è il capogruppo uscente del pd in Regione, Luca Garibaldi. "Sul tema delle mafie c’è chi agisce e chi sta in silenzio da mesi. Di fronte a chi chiede chiarezza sulla mafia la destra svicola, minimizza, mentre basterebbe un’azione simbolica molto semplice: dichiarare che la Regione si costituirà parte civile nel processo sul voto di scambio politico mafioso. Ma la domanda è una: perché la Regione Liguria, che poteva già farlo secondo una legge regionale, non ha espresso la volontà di costituirsi parte civile nel processo, come previsto dalla norma? E perché Bucci, come sindaco di Genova, non ha scelto di costituire il Comune come parte civile, visto che nel suo territorio, secondo le inchieste, si sarebbe svolto il condizionamento?". Un affondo rilanciato dallo stesso candidato del campo largo, Andrea Orlando, secondo cui "La

mafia è un tema presente in Liguria: ci sono state infiltrazioni mafiose, scioglimenti di Comuni, persino nel processo che ha portato allo scioglimento anticipato della legislatura il tema della mafia emerge. Nel programma di Bucci la parola mafia – spiega Orlando – non viene mai citata se non per dire che bisogna riutilizzare i beni confiscati".

Immediata è arrivata la replica del candidato della coalizione di centrodestra, Marco Bucci. "Stiamo facendo molto di più di quelli che sono i regolamenti normali. Soltanto che non lo sbandieriamo, perché forse il signor Orlando ha soltanto questo da sbandierare. E poi, non si sa bene cosa ha fatto lui contro la mafia – ha detto a margine di un incontro a Ventimiglia –. Perché non legge tutte le nostre dichiarazioni e soprattutto quello che c’è scritto sul nostro programma. A parte, che abbiamo fatto molto per l’uso dei locali sequestrati alla mafia. Ma noi abbiamo gli accordi fondamentali antimafia e anticorruzione, in tutti i progetti principali stipulati con la Prefettura e soprattutto completamente digitalizzati. Questo protocollo è stato applicato per la prima volta per il Ponte San Giorgio ed ha funzionato benissimo, perché c’è un controllo digitale su tutte le persone e anche su tutti i mezzi. Questo controllo ci permette di vedere cose che normalmente non si vedrebbero. Infatti ci è servito per smascherare due realtà che non andavano bene. Abbiamo esteso questo protocollo alla diga, al tunnel e al cantiere di Sestri Ponente".