
LA SPEZIA
Francesca e Roberto frequentano la quarta superiore dell’istituto Capellini Sauro e hanno un sogno: diventare skipper. La vita a bordo di un catamarano, inseguendo l’estate dal Mediterraneo ai Caraibi, dalla California alle Polinesia, è quanto appare loro di più affascinante. Il contatto quotidiano con gli elementi e il movimento continuo sono la sicura promessa di un lavoro che si tramuterebbe presto in un’avventura senza fine. "L’amore per il mare - spiega Francesca - è nato sul gozzo di papà. A bordo il tempo scorre con un ritmo diverso, tutto appare più bello. Per questo ho scelto il Cappellini Sauro". I due ragazzi saranno presto allievi della prima scuola in Italia dedicata al diporto, nata da una sinergia tra il loro istituto, la Lega Navale e l’Its. Il protocollo d’intesa per sancire ufficialmente l’avvio del progetto è stato siglato nell’aula tecnica del Cappellini, dove gli studenti (su grandi tavoloni da disegno e circondati da sestanti e girobussole) imparano i primi rudimenti della navigazione, come la capacità di tracciare una rotta. La nautica è un settore in crescita ed indubbio che a Spezia lavorino alcuni tra i cantieri più importanti, e che questi molto spesso fatichino a trovare le figure professionali che il mercato del lavoro richiede.
In un comparto in evoluzione, le sfaccettature delle professioni a bordo si moltiplicano, e la filiera della formazione deve mantenersi al passo con i tempi. "L’idea di questa scuola - sottolinea il presidente della Lega Navale di Lerici Maurizio Moglia - nasce dalla volontà di agevolare l’accesso al lavoro per gli studenti che escono con in tasca il diploma nautico. Spesso si avventurano in percorsi di laurea onerosi e poco fruttiferi, quando rimanendo nella loro città avrebbero invece davanti a sé delle possibilità importanti". La vita da giramondo immaginata da Roberto e Francesca è probabilmente influenzata dalla lente deformante dei social network e nella realtà molto meno romantica, ma anche se così fosse rimarrebbe comunque più interessante di un’esistenza impiegaticchia in cui le giornate trascorrono tutte uguali davanti allo schermo di un computer. Su questo concordano anche i loro compagni, che trascorrono in corridoio i pochi minuti di pausa tra una lezione ed un’altra prima di rientrare in aula al grido di "arriva il prof". Per molti di loro il mare è autentica passione, e forse diventerà anche un mestiere.
V.C.G.