Dieci coltellate per uccidere. Il fendente fatale all’aorta

Ieri l’autopsia sul corpo di Saida Hammouda, ammazzata dal marito poi suicida

Dieci coltellate per uccidere. Il fendente fatale all’aorta

Dieci coltellate per uccidere. Il fendente fatale all’aorta

La coltellata fatale che ha provocato la morte di Saida Hammouda (nella foto), la donna tunisina uccisa a Riccò del Golfo lunedì dal marito che poi si è suicidato, è quella che ha raggiunto l’aorta. Una decina i fendenti che l’hanno colpita al torace, al dorso e a un braccio. Hichem Ben Fattoum, il marito, ha poi rivolto il coltello verso di sé, con più colpi, tra cui quello al cuore che ne ha causato il decesso. È quanto emerge dall’esame autoptico, eseguito oggi alla Spezia sulle due salme dall’anatomopatologa Susanna Gamba. L’omicidio-suicidio era avvenuto lunedì mattina a Riccò del Golfo. L’uomo era stato raggiunto quasi due mesi fa dal divieto di avvicinamento alla moglie e ai figli di 13 e 17 anni, a causa di maltrattamenti in famiglia che la donna aveva denunciato. Venerdì sera la donna è stata ricordata in una manifestazione che ha attraversato le vie di Riccó del Golfo, alla quale hanno partecipato anche i due figli e i familiari della donna uccisa.

Una "passeggiata rumorosa", come l’hanno definita le organizzatrici di “Non una di meno“, che è stata oggetto di scontro a distanza tra il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Liguria, Guia Tanda, che aveva invitato ad annullare la manifestazione giudicandola "un’iniziativa inopportuna perché rischia di mettere in uno stato di ulteriore disagio i due bambini", e gli organizzatori del corteo, che proprio durante l’evento hanno sottolineato come "inoppportuno è il comportamento, le azioni e le parole di persone dichiaratamente competenti di fronte a un femminicidio. Il disagio lo portano le istituzioni nel non proteggere Saida e tutte le donne che denunciano".