Diario di una rinascita: dalla prigionia al ritorno

Dopo un lungo viaggio attraverso una Germania devastata dalla guerra, un gruppo di prigionieri italiani finalmente si avvicina al Brennero, sperando di tornare presto a casa.

Diario di una rinascita: dalla  prigionia al ritorno

Diario di una rinascita: dalla prigionia al ritorno

Il 13 settembre (1945) il treno si ferma a Berlino: 2° giorno di viaggio - giovedì. Il viaggio prosegue con molta lentezza; si vorrebbe che il treno avesse le ali! Pretesa di ogni cuore che è stato prigioniero. Un ultimo sguardo pieno di emozione, muto, eloquente, passando per Berlino! Non una casa in piedi… Quanti cari compagni son rimasti sepolti sotto quelle dure macerie! Silenzio di morte d’una grande metropoli rasa al suolo. Giace inerte. Addio. (...).

3° giorno venerdì. 14-9. Morale altissimo, la lentezza della lunghissima tradotta è snervante. Lunghe fermate tanto da avere il tempo di cucinare patate. Quando si va dai finestrini è tutto uno squillo, un canto: "Mamma son tanto felice presto ritorno da te…".

4° giorno sabato. 15-9. Tutto tempo perso oggi abbiamo sbagliato strada e si ritorna indietro di 100 km fino a Wernau. Tutta la notte e saremo dagli americani. Si cucina patate. Lungo i binari son tutti focarelli. Siamo in 2.000 buttati come zingari.

5° giorno domenica. 16-9 Una brutta domenica, senza pane, senza mangiare. I viveri son terminati (…)

8° giorno mercoledì. 19-9. Siamo al 2° giorno di viaggio con gli Alleati. Il treno non si ferma mai; non si ha il tempo nemmeno di cucinare quattro patate. Ma questo ha poca importanza, purché si vada avanti a gran velocità. Tutto va bene. Si calcola che nel pomeriggio si potrà raggiungere il Brennero, il tanto sospirato suolo italico.