
di Gianluca Tinfena
Lo Spezia è sempre più l’orgoglio della nostra città. E nonostante il periodo di chiusura forzata degli stadi, gli spezzini possono seguire dalla tv le gesta della squadra di mister Italiano. Aa mancare in questi mesi alla quotidianità della città è invece un altro orgoglio tutto spezzino, stiamo parlando del nostro Palio del Golfo, la cui storia di tradizione e sport è legata indissolubilmente nel cuore di ogni abitante delle 13 borgate alla doppia passione, quella per le Aquile. Il nostro ospite a colazione di questa settimana è Fausto Sassi, vogatore e ben sei volte vincitore del Palio nelle borgate di Marola (tre successi), Fezzano, Muggiano e Lerici, di due campionati italiani sui gozzi nazionali e una Coppa Europa sempre in questa disciplina di canottaggio. Nonché grande tifoso da sempre delle Aquile.
Quando è nato il suo amore per lo Spezia?
"Come per molti grazie alla passione che mi ha trasmesso mio padre. Ricordo con particolare trasporto il primo campionato seguito al Picco, era la stagione 19791980 e lo Spezia era in C2. Mi ricordo che, quando le Aquile giocavano in casa, durante la settimana non vedevo l’ora che arrivasse la domenica, giorno della partita. Lo Spezia arrivò secondo e fu promosso anche grazie ai gol del mitico bomber Massimo Barbuti. Se pensiamo a quegli anni e alle soddisfazioni che ci stiamo togliendo ora in serie A mi vengono i brividi. La vittoria in Coppa contro il Bologna mi ha fatto ritornare in mente una trasferta a Baracca Lugo, stiamo vivendo un momento davvero magico".
Le capitava spesso di seguire lo Spezia anche in trasferta?
"Ne ho viste molte negli anni Novanta. All’epoca vivevo proprio a Bologna nella Compagnia speciale atleti dell’esercito perché praticavo ciclismo a livelli semiprofessionistici. A fare il militare con me c’erano Andrea Mazzantini, che ha giocato sia a Spezia che all’Inter, e Gianluca Sordo che giocava nel Torino in serie A. Ero talmente fissato che alla domenica prendevo il treno dalla stazione di Bologna per seguire lo Spezia, mi ricordo di due trasferte, in particolare ad Ancona e a Vicenza: rientravo alla sera tardissimo con i treni dell’epoca, ma per me era un rito ormai. Una domenica andai anche a Baracca Lugo, se penso che ora abbiamo eliminato il Bologna credo di sognare".
Quale partita porta nel cuore?
"Mi ricordo anche la data: 23 agosto 1989. Me la ricordo bene perché organizzammo da Bottagna un pullman per raggiungere lo stadio Brianteo di Monza per Inter-Spezia di Coppa Italia. Reggemmo quasi tutta la partita fino al gol di un certo Jurgen Klinsmann a pochi minuti dalla fine. Lo Spezia di quegli anni mi è rimasto nel cuore. Ricordo un aneddoto con Luciano Spalletti che invitammo al Charlie di Bottagna per un carnevale in maschera, si presentò vestito da arabo. Un mito insieme a Oscar Tacchi per la mia generazione, dove il rapporto tra giocatori e tifosi era diretto e molto disponibile".
Lei ha vinto sei volte il Palio del Golfo. C’è qualche giocatore o ex giocatore dello Spezia che si è appassionato al Palio?
"Me ne vengono in mente due in particolare. Sicuramente Massimiliano Fiondella era appassionatissimo di Palio, me lo ricordo quando vogavo a Fezzano che seguiva molto spesso il nostro mondo. Un altro più recente è il capitano dello Spezia di Mandorlini: Roberto Bordin, che frequenta la borgata delle Grazie e mi è capitato spesso di vederlo in questi anni seguire anche numerose gare prepalio in barca".
Sempre a proposito di Palio c’è un giocatore che ha il fisico e il profilo atletico giusto per fare il vogatore?
"Non è semplice perché stiamo parlando di sport molto diversi, ma l’eroe di Bologna Giulio Maggiore ha il fisico asciutto, l’altezza e il dinamismo per poter essere un ottimo secondo remo. L’esplosività di M’Bala Nzola potrebbe fare la differenza invece nel canottaggio a sedile mobile ma anche nei gozzi nazionali che sono più grandi rispetto a quelli del Palio".